VENETO
 

Belluno:
Dal 1772 gli esposti erano accolti nel brefotrofio di Treviso, perché la provincia di Belluno non disponeva di strutture dedicate, ma dopo il passaggio all'Italia, nel capoluogo, era attivo un brefotrofio che serviva per tutta la provincia.

Padova:
Il primo ospizio per il ricovero degli esposti fu la «Cà di Dio», risalente al XI-XII secolo. All'inizio le finalità dell'ospizio erano quelle tipiche degli ospedali medievali, infatti un documento del 1275 dice che la finalità della «Cà di Dio» era: «l'assistenza agli orfani, agli ammalati, ai poveri, ai pellegrini». Nel 1487 vennero assistiti solo gli esposti.
Alla «Cà di Dio» era addetto un medico e un chirurgo. La presenza di due medici all'interno del brefotrofio è un'ulteriore conferma dei livelli di assistenza garantiti e della vocazione ospedaliera di tali strutture. Per valutare la mole di lavoro del brefotrofio sono significativi i dati che si riferiscono al periodo dal 1558 al 1600. Gli esposti variarono da 300 a 400, dei quali da 50 a 80 erano presenti presso la «Cà di Dio», i lattanti variavano da 10 a 40, mentre il numero delle nutrici era sempre basso perché oscillava da 6 a 15. Funzionò nella originaria sede fino al 1784, quando l'ospizio fu trasferito presso la soppressa Canonica Lateranenze posta a S. Giovanni di Verdara.
Dopo il passaggio all'Italia in tutta la provincia c'era attivo un solo brefotrofio che si trovava nel capoluogo. Nel 1897 per cercare di diminuire la mortalità, fu assunto Ettore Smaniotta con la qualifica di medico-direttore sanitario del brefotrofio.
Nel 1904 il Comune, unito alla «Congregazione di carità», istituì l'«Ufficio di sorveglianza sanitaria per l'allattamento mercenario». Nel 1905 il Comune istituì la Consultazione per lattanti e la refezione per le madri nutrici povere.

Università:
Padova 1882 – La cattedra più antica
Il 30 marzo del 1882, con regio decreto fu istituita la cattedra di pediatria. Nel maggio dello stesso anno Dante Cervesato (1850-1903) ebbe l’incarico e iniziò le lezioni. Gli erano state assegnate due piccole stanze attigue alla clinica medica, ma non disponeva di un reparto di degenza che avrebbe ottenuto solo nel marzo del 1889 grazie alla beneficenza di un comitato di patronesse. Il Cervesato era incaricato dell’insegnamento e divenne straordinario 13 anni più tardi, nel 1895 e ordinario nel 1898. Il 21 dicembre 1899 fu emesso il decreto del suo trasferimento all'Università di Bologna.

Dante Cervesato: la biografia
Nacque a Rovigo il 22 agosto 1850 da Alessandro e da Antonia Argenti. Compì gli studi liceali a Venezia, ove respirò l'entusiasmo per il passaggio della città al Regno d'Italia, avvenuto nel 1866, per questo non stupisce che l'anno successivo, influenzato dall'entusiasmo irredentista, si arruolasse tra le «Camicie rosse» che erano i volontari di Giuseppe Garibaldi e partecipasse alla sfortunata battaglia di Mentana nel tentativo di occupare Roma che ancora faceva parte dello Stato pontificio. Gli scontri tra i volontari garibaldini e le truppe franco-pontificie iniziarono il 22 ottobre 1867 e si conclusero con la sconfitta di Mentana il 3 novembre. Nel 1873 si laureò in medicina e chirurgia. Nel 1878 si recò a Vienna, ove inizialmente si dedicò allo studio della laringologia, quindi a quello della pediatria. Tornò a Padova, ove nel 1882 ottenne la libera docenza dell'insegnamento della clinica pediatrica: infatti, con regio decreto del 30 marzo dello stesso anno, fu istituita la prima cattedra di pediatria. Nel 1889 ottenne l'istituzione di un piccolo reparto presso l'«Ospedale civile». Nel 1895 fu nominato professore straordinario e tre anni più tardi ordinario. Nel 1899 si trasferì all'Università di Bologna come ordinario di clinica pediatrica: aveva a disposizione un'ala dell'edificio dell'«Ospedale di Sant'Orsola». Condusse importanti studi sulla poliomielite anteriore acuta. Fu socio fondatore e vicepresidente della Società italiana di pediatria. Morì a Bologna il 24 gennaio del 1903.

Dopo il trasferimento del Cervesato a Bologna la direzione della clinica pediatrica restò vacante per due anni e solo dall'anno scolastico 1902-1903 l'insegnamento fu affidato a Vitale Tedeschi (1854-1919).
Il Tedeschi è stato uno dei grandi pediatri italiani. Nel 1907 rese autonoma la clinica pediatrica, trasferendola nell'attuale sede di via Giustiniani, con il contributo di privati cittadini e della Cassa di risparmio di Padova. Compì studi sul rachitismo, la tubercolosi, la vaccinazione antivaiolosa e i disturbi di nutrizione del lattante. Si occupò in particolare degli aspetti sociali della pediatria. Ebbe un ruolo importante all'interno della SIP di cui fu vicepresidente dal 1905 al 1911 e dal 1913 alla morte. Acquisì un ruolo sempre più importante. Nel 1902 divenne condirettore, assieme a Fede, della rivista "La Pediatria" e nel 1919 de "La Clinica Pediatrica". Nel 1918, durante l'assemblea straordinaria della SIP, tenne una relazione per illustrare il progetto di legge per la coordinazione degli studi pediatrici con la tutela nazionale dell'infanzia, tema reso ancora più urgente dalla drammaticità della situazione socioeconomica indotta dalla guerra. Fu incaricato di organizzare il congresso pediatrico a Trieste nel 1920. è probabile che se non fosse morto prima del congresso, sarebbe stato eletto presidente della SIP.

Vitale Tedeschi: la biografia
Nacque a Trieste nel 1854. Era un convinto irredentista di formazione massonico-liberale. A Trieste fondò varie istituzioni di carattere sociale: «Poliambulanza», «Guardia medica», «Spedalino per la cura del colera infantile», «Vaccheria modello», «Istituto vaccinogeno», «Società antitubercolare». Nella clinica installò apparecchi per la terapia fisica e un impianto per la scrematura, pastorizzazione e sterilizzazione del latte da distribuire ai bambini della città. Morì a Padova il 29 maggio 1919.

Dopo la morte del Tedeschi l'incarico dell'insegnamento fu dato a Guido Berghinz (1872-1940). Sulla scelta avranno influito le benemerenze belliche acquisite dal Berghinz (vedi capitolo VIII, paragrafo L'università castrense). Il Berghinz tenne la direzione della clinica per 10 anni, dal 1919 al 1929, periodo in cui sviluppò l'attività e i servizi della clinica. Istituì i reparti lattanti e isolamento, sviluppò il laboratorio di batteriologia e clinica, creò un ambulatorio per la consultazione esterna gratuita. Ebbe come aiuto Gaetano Salvioli e come assistenti Giovanni De Toni e Vittore Zamorani.
Nonostante questi ottimi risultati nel 1929 gli fu tolto l'incarico che venne tenuto per un anno dal clinico medico Cesare Frugoni (1881-1978). Nel 1930 la cattedra fu afidata a Gino Frontali (1889-1963), appartenente alla scuola fiorentina di Carlo Comba. Il Berghinz vide così sfumare il sogno di vincere la cattedra di pediatria. Considerando che per tutto il periodo tra le due guerre mondiali le benemerenze belliche vennero esaltate e celebrate notevolmente, è inspiegabile l'allontanamento del Berghinz che non dimentichiamo aveva tenuto per 10 anni la clinica in modo eccellente e con ottimi risultati. L'interpretazione che possiamo dare è che il potere accademico e la diplomazia universitaria avessero prevalso sui meriti professionali, maturati sia a Udine sia a Padova e le benemerenze belliche (medaglia di bronzo, promozione a tenente colonnello medico per servizi eccezionali). È probabile che la cattedra di Padova fosse rientrata in una lottizzazione delle sedi universitarie nel momento in cui in Italia si stavano espandendo le due scuole più importanti, quella di Jemma a Napoli e quella di Comba a Firenze.

Rovigo:
Nei primi decenni dell'Ottocento gli esposti venivano accettati nel brefotrofio di Padova, dopo il passaggio all'Italia fu creato un brefotrofio che si trovava nel capoluogo, ove affluivano gli esposti di tutta la provincia.

Treviso:
Il brefotrofio, l'unico della provincia, fu sempre legato all'«Ospedale di Santa Maria dei Battuti» fondato nel 1261. Dal 1772 accolse anche i bambini abbandonati della provincia di Belluno che non disponeva di brefotrofio. Nel 1873 fu abolita la «Ruota». Nel 1914 fu istituito il reparto di pediatria presso l'«Ospedale civile». Il primario pediatra fu il direttore del brefotrofio, Mario Vianello Cacchiole. Dopo la rotta di Caporetto (1917) il brefotrofio fu chiuso e i bambini trasferiti a Napoli. Il brefotrofio fu riaperto nel 1919 quando furono acquistati nuovi locali in un sobborgo della città in modo da allontanare i bambini dall'ambiente ospedaliero.

Venezia:
Nel 1346 fu fondato l'«Ospedale della pietà» per ospitare gli esposti ed era formato da 17 case poste nella parrocchia di «San Francesco della vigna». In seguito fu acquisito anche un vasto stabile nella parrocchia di «San Giovanni in Bragora» che fu ampliato ripetutamente nel 1388, nel 1493, nel 1515. All'inizio del XVI secolo vi si trasferirono anche i bambini ospitati nel brefotrofio iniziale. Nel Settecento il brefotrofio ospitava più di 900 bambini. Nel 1826 il brefotrofio divenne un istituto autonomo e divenne: «Istituto centrale degli esposti» e, perché era l'unico brefotrofio di tutta la provincia, nel 1871 divenne: «Istituto provinciale degli esposti» perciò vi affluirono i bambini abbandonati di tutta la provincia. La direzione era affidata a un medico. La «Ruota» fu soppressa il 1° luglio 1871.
Da segnalare anche l'azione svolta dal veneziano Cesare Musatti (1846-1930), socio fondatore della SIP che tenne lezioni popolari su: «Dell'insegnamento dell'igiene, specialmente per le classi operaie».
Fin dai tempi della dominazione asburgica presso l'«Ospedale generale» di Venezia esisteva un reparto di pediatria con una sezione malattie infettive, aggregato alla divisione medica IV. Un insegnamento della pediatria fu istituito nel 1862 presso l’«Ospedale generale» di Venezia ove era stata aperta una scuola pratica di medicina e chirurgia. Il primo corso fu tenuto da Lodovico Pelt che in seguito fu sostituito da Giovanni Santello, primario del reparto infantile dell’Ospedale civile, infine dal 1878 al 1881 da Moisè Rafael Levi, divenuto a sua volta primario dello stesso reparto infantile. Dal 12 agosto 1912 divenne operativo l'«Ospedale infantile "Umberto I"» che era la sezione pediatrica degli «Ospedali Civili di Venezia». Come tante altre strutture pediatriche, durante la Grande guerra l'ospedale fu chiuso perché destinato ai feriti e fu riaperto dopo l'armistizio. Nel 1913 fu istituito il dispensario per lattanti.
A Lido di Venezia c'era un ospizio marino che ospitava bambini provenienti da Bergamo, Canton Ticino, Como, Cremona, Ferrara e Veneto.

Verona:
Il brefotrofio risale alla fine del XIV secolo. All'inizio era collocato in uno stabile posto lungo l'Adige al «Ponte pietra». Verso il 1400 il brefotrofio fu trasferito in prossimità del Duomo. Dal 13 febbraio 1426 divenne un'istituzione pubblica assumendo il nome di «Santa casa di pietà», e com'era tipico di tali strutture medioevali accoglieva anche malati e poveri. Dal 26 agosto 1774 si dedicò solo all'assistenza dei bambini abbandonati. Nel 1812 il brefotrofio si trasferì presso la «Parrocchia Santo Stefano». Dopo il passaggio all'Italia era il solo brefotrofio attivo in tutta la provincia.
L'«Ospedale infantile Alessandri» fu costruito nel 1896 grazie a un lascito di 625.000 lire dei fratelli Carlo e Alessandro Alessandri.
Nel 1912 fu costruito l'ospedale in località Borgo Trento. Il 26 settembre 1913 fu visitato dai partecipanti al VIII congresso di pediatria. Direttore dell'ospedale fu Giuseppe Caccia, socio fondatore della SIP. L'ospedale fu aperto al pubblico nel 1914 ma dal secondo semestre 1915 fu trasformato in un ospedale militare e riaperto solo all'inizio del 1919.
Presso l'«Ospedale maggiore civile di Verona» era attivo un reparto di pediatria.
Il 15 luglio 1905 fu inaugurato l'asilo «Principe del Piemonte» e il dispensario diretto dai pediatri Alberto Forti e Giuseppe Zambelli. Ci fu subito un'alta affluenza e considerando che la città era divisa in due parti dall'Adige, nel gennaio 1906 fu aperto un secondo dispensario. Nel primo anno il dispensario fu frequentato dal 650 bambini. Dal 1911 direttore sanitario del brefotrofio provinciale fu Odorico Viana.

Vicenza:
Dopo il passaggio al Regno d'Italia in tutta la provincia era attivo un solo brefotrofio che si trovava nel capoluogo.
Da segnalare l'attività di Riccardo Simonini (1865-1942), modenese futuro direttore della clinica pediatrica dell'Università di Modena. Si trasferì in Veneto, a Castelgomberto in provincia di Vicenza, ove svolse le funzioni di medico condotto e ove istituì un «ambulatorio per le malattie dei bambini» che fu un presidio strutturato, infatti risulta come intestazione di una relazione tenuta dal Simonini al III congresso pediatrico (Torino 1898), dal titolo: «Un'epidemia di paralisi spionale infantile». La descrizione del Simonini è tesa a dimostrare l'eziologia infettiva della malattia ma è utile perché ci fornisce una descrizione della realtà socio-economica della campagna veneta alla fine dell'Ottocento. Scrive il Simonini: «Nella vallata bellissima dell'Agno, ed in uno spazio di circa 3 km. Di lunghezza, compreso nei comuni di Monte di Malo, Cornedo [Vicentino] e Castelgomberto, ebbi lo scorso anno [1897] occasione di studiare una piccola epidemia di cinque casi, apparsi nei mesi di settembre e ottobre, in un periodo di 44 giorni circa. Che negli anni precedenti vi sia mai stato notato un tal fatto, non mi consta, sebbene qualche raro caso isolato stia a dimostrare l'esistenza della forma morbosa. Riguardo all'ambiente in cui si svolsero, posso dire che in generale si presenta salubre per aria ed acqua e per clima mitissimo; in particolare poi ebbi a verificare egualmente casi presso il tugurio del povero, che tanto lascia desiderare dal lato dell'igiene, quanto presso la relativa agiatezza del colono, ed infine anche in qualche ben provveduta famiglia civile. Soggiungerò che quel periodo di tempo fu contrassegnato da variazioni atmosferiche sensibilissime, ma che per quanto mi abbia ricercato non mi fu possibile intravvedere alcuna relazione fra quelle e l'apparire della malattia».

 
 
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