Agrigento:
(Fino al 1928 si chiamò Girgenti). Dopo l'Unità ogni comune della provincia disponeva di un brefotrofio gestito e sovvenzionato dall'amministrazione comunale. Ogni brefotrofio aveva la «Ruota».
Caltanissetta:
Dopo l'Unità ogni comune della provincia disponeva di un brefotrofio gestito e sovvenzionato dall'amministrazione comunale.
Catania:
Nel 1600 il brefotrofio aveva sede presso l'«Ospedale di San Marco» che aveva sede nel «Foro lunare» dove attualmente sorge il palazzo universitario. Dopo il terremoto del 1693 che distrusse l'edificio, l'ospedale fu trasferito in piazza Stesicoro e nel 1724 il brefotrofio iniziò a funzionare in un'ala dell'edificio. L'onere finanziario era a carico del comune che elargiva un contributo annuo di 7.200 ducati. In seguito il brefotrofio fu trasferito al n. 11 della «Strada delle reepentite» ove aveva sede la «Ruota». Il brefotrofio in questa sede aveva una vita autonoma e vi restò fino al 1880 quando fu trasferito all'«Ospedale Vittorio Emanuele» che aveva sostituito il vecchio «Ospedale di San Marco». Nel 1866 era stata fondata dal sacerdote Francesco Giuffrida Nicotra una opera a favore dei bambini abbandonati, illegittimi e delle ragazze madri. Dopo l'Unità, oltre al brefotrofio del capoluogo, ce n'erano altri presenti nella provincia.
Università:
Catania 1909
Nell'anno scolastico 1766-1767, Giovanni Battista Marchese, lettore di «medicina de mane» tenne un corso di lezioni su «de morbis infantium»; nell'anno scolastico 1777-1778, Placido Zanghi, lettore di «medicina de mane» tenne il corso «de variolis et morbillis».
Fino all'anno scolastico 1874-1875 l'insegnamento della pediatria veniva svolto dal clinico ostetrico, infatti il corso si intitolava «Ostetricia, Clinica Ostetrica e malattie speciali delle donne e dei bambini».
Nel 1886 Pietro Galvagno Bordonari, chiese di essere abilitato alla libera docenza in pediatria. Fu istituita una commissione presieduta da Salvatore Tomaselli (1830-1902), clinico medico, preside della facoltà e maestro del Galvagno. Il Galvagno tenne la pubblica lezione per l'assegnazione della libera docenza il 18 giugno 1887 e fu abilitato il 31 luglio 1887. Nel 1898 fu socio fondatore della Società Italiana di pediatria. Il 6 settembre 1900 il Galvagno, che era medico dell'«Ospedale Vittorio Emanuele», riuscì a costituire la «Regia clinica pediatrica» infatti ottenne «l'uso di 5 letti per il ricovero di altrettanti bambini infermi, da poter studiare durante l'anno scolastico».
Durante il IV congresso pediatrico italiano svoltosi a Firenze nel 1901 venne approvata la proposta del Galvagno perché la SIP chiedesse al Ministro della pubblica istruzione che nelle commissioni per le riforma delle scuole secondarie venisse inserito un pediatra per stabilire gli orari dei corsi nelle diverse classi.
Nel 1902, anno della morte del Tomaselli, si ebbe un arresto della brillante carriera del Galvagno.
Nel novembre del 1902 il Galvagno chiese l'incarico ufficiale dell'insegnamento della pediatria, il 17 novembre ottenne il parere favorevole della facoltà, il 29 novembre l'appoggio del rettore, il quale il 31 dicembre inviò una lettera al Consiglio superiore della pubblica istruzione, i cui componenti però non ritennero il Galvagno idoneo a ricoprire un incarico ufficiale. In particolare veniva contestato al Galvagno la scarsità di pubblicazioni scientifiche.
La facoltà allora conferì per il biennio 1906-1908 un incarico interno a Giovanni Battista Ughetti (1852-1930) che era il patologo generale. Si trattava di una soluzione provvisoria poiché l'Ughetti non ambiva a tale incarico, infatti non tenne mai lezioni né volle la conferma di tale incarico. Non è pensabile che si trattasse di un disinteresse verso la pediatria, infatti l'Ughetti fu tra i soci fondatori della SIP, pertanto è da pensare che volesse, col proprio rifiuto accelerare la nomina di un docente stabile e favorire così il suo antico allievo Antonino Longo (1874-1943), allievo di Luigi Concetti, che in effetti fu chiamato dalla facoltà e tenne la prolusione sul tema «Sull’indirizzo della moderna scuola pediatrica» l’8 dicembre 1909.
Antonino Longo: la biografia
Antonino Longo nacque a Nicolosi (Catania) il 25 marzo 1874 da Luigi e Concetta Bonanno. Compiuti gli studi classici presso il liceo di Acireale si iscrisse alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania ove si laureò nel luglio del 1896. Si trasferì a Roma per frequentare la scuola di Luigi Concetti. Dal 1898 al 1900 fu assistente volontario della clinica pediatrica dell'Università di Roma (diretta da Concetti) ed effettivo fino al 1905, quando divenne aiuto preparatore, incarico che ricoprì fino al trasferimento a Catania nel 1909 per assumere la direzione della clinica pediatrica. Assistente dal 1902 al 1905 presso gli Ospedali Riuniti di Roma e tenne la direzione del reparto di malattie infettive. Nel 1907 fu abilitato per titoli alla libera docenza in clinica pediatrica. Morì a Catania il 21 febbraio 1943.
L’incarico dell’insegnamento fu confermato al Longo con proposta unanime della facoltà, fino all’espletamento del relativo concorso richiesto nella seduta della facoltà medica di Catania il 6 marzo 1912, quando preside era l'Ughetti, il primo direttore del Longo.
Il concorso si svolse dal 25 al 30 marzo 1913. La commissione era composta da 3 ordinari di pediatria: Luigi Concetti, maestro del Longo a Roma, Carlo Comba (1870-1951), Rocco Jemma (1866-1949), Camillo Bozzolo (1845-1920), direttore della clinica medica dell'Università di Torino. La commissione era composta infine da Achille Sclavo (1861-1930) ordinario di igiene presso l'Università di Siena che aveva da poco concluso una campagna per la promozione della vaccinazione antivaiolosa in Sicilia. Il Longo ottenne la cattedra con 4 voti su 5, infatti il Bozzolo aveva votato per il suo allievo Giovanni Battista Allaria (1872-1955), al quale aveva affidato una sala con alcuni letti destinati ai bambini.
La situazione universitaria a Catania era ormai stabilizzata e il Galvagno amareggiato, nonostante fosse stato socio fondatore della SIP, si dimise volontariamente. Le dimissioni furono accolte nella seduta amministrativa del 21 settembre 1913.
Gli ambienti di lavoro a disposizione del Longo erano alquanto disagiati.
Dal 1909 al 1913 la clinica pediatrica disponeva di 6 posti letto e di 2 piccole stanze per il laboratorio presso l’«Ospedale Vittorio Emanuele». In seguito il laboratorio fu in comune con quello dell’istituto di patologia medica e successivamente con quello dell’istituto antirabbico. La clinica pediatrica non disponeva di aula per le lezioni né ambulatori e usava quelli della clinica medica. Nel 1913 a causa di un dissidio fra l’amministrazione ospedaliera e quella dell’università, le cliniche universitarie si trasferirono all’«Ospedale Garibaldi».
La clinica pediatrica fu sistemata in un piano seminterrato. I posti letto a disposizione salirono a 18 mentre l’aula per le lezioni veniva usata anche come ambulatorio.
Il Longo si rendeva conto che molti bambini malati, se ci fosse stata la possibilità di ricoverarli in ospedale, si sarebbero salvati, mentre a casa non avevano cure adeguate, mettendo a rischio anche la vita. Pertanto il Longo (vedi foto) si adoperò per poter realizzare una sezione pediatrica idonea ed ebbe il sostegno economico dei marchesi Gravina, dell’amministrazione ospedaliera e di
singole associazioni.
Messina:
Il brefotrofio di Messina fu fondato nel 1546 in un ampio locale nel piano superiore dell'«Ospedale di Santa Maria della pietà» nato dalla fusione di alcuni vecchi ospedali presenti nella città. In seguito il brefotrofio fu annesso all'«Ospedale civico».
Università:
Messina 1919
Dal 1654 Domenico Catalano fu lettore «de morbis mulierum et puerorum».
Nell'anno scolastico 1907-1908 Domenico Crisafi, che aveva conseguito la libera docenza in pediatria presso l'Università di Firenze, ebbe l'incarico di insegnamento di pediatria, ma morì sotto le macerie provocate dal terremoto del 28 dicembre 1908. Si era iscritto alla SIP nel 1903.
La cattedra di pediatria fu istituita nell'anno accademico 1919-1920, quando fu completato il corso di medicina e chirurgia con l'attivazione del sesto anno.
L'insegnamento fu affidato a Sebastiano Cannata (1879-1939), che nel successivo anno accademico 1920-1921 divenne straordinario. Il Cannata apparteneva alla "scuola di Rocco Jemma".
Palermo:
Dal 1440 gli esposti venivano ricoverati e allevati presso lo «Spedale grande». Nel novembre del 1825 l'antico «Spedale di San Bartolomeo» venne trasformato in «Istituto dei trovatelli» che in seguito sarebbe divenuto il brefotrofio provinciale, infatti anche dopo l'Unità in tutta la provincia era l'unico attivo. Era sistemato in alcuni locali in disuso dell'ex «Convento dell’Annunziata», vicino all'«Ospedale civico», in un’area periferica del centro storico di Palermo presso una delle Porte antiche della città, Porta Mazzara, oggi Montalto. Nel 1882 fu realizzato, per iniziativa di un gruppo di nobili, l'ospedale destinato ai bambini. La «Ruota» fu abolita nel 1900. La mortalità infantile arrivava in alcuni periodi fino al 90%.
Agli inizi del secolo scorso fu fondato l'«Assistenza baliatica ».
A Palermo c'era un ospizio marino che ospitava bambini provenienti dalla Sicilia.
Università:
Palermo 1903
Nel 1852 Antonio Longo fu professore di clinica delle malattie sifilitiche, dei bambini e delle donne.
Successivamente Mariano Pantaleo ebbe la cattedra di clinica ostetrica e delle malattie dei bambini.
Nel 1903 Rocco Jemma (1866-1949) vinse la cattedra, appena istituita, presso l’Università di Palermo divenendo così il fondatore della pediatria universitaria del capoluogo siciliano. A convincere lo Jemma ad accettare la cattedra di Palermo fu Ignazio Florio Junior che aveva conosciuto lo Jemma a Genova ove si era recato per far curare la figlia Igea. Al Florio infatti erano morti, in due anni, 3 dei 4 figli. Quando si ammalò l’unica sopravvissuta, Igea, i genitori la portarono a Genova attratti dal prestigio dello Jemma, e la bambina guarì. Per questo sorse una grande amicizia tra le due famiglie e il Florio introdusse lo Jemma nella vita mondana di Palermo e gli aprì le porte delle sue case frequentate non solo dall’alta società dell’isola, ma anche da nobili, reali e intellettuali provenienti da tutto il mondo.
Più volte in vari interventi lo Jemma segnalò la situazione di estrema difficoltà in cui si trovava a Palermo e la cosa colpì lo stesso ministro della pubblica istruzione, Leonardo Bianchi, che, nel saluto che rivolse ai congressisti, durante la seduta inaugurale del V Congresso Pediatrico Italiano, che si svolse a Roma dal 27 aprile al 1° maggio 1905 disse che: «Egli sa pur troppo quanto poco per lo passato siasi provveduto a mettere i vari insegnamenti in rapporto con i bisogni dell'insegnamento stesso e cita a questo proposito ciò che è avvenuto recentemente a Palermo per la cattedra di pediatria, dove il professore non solo non ha trovato né un laboratorio né una clinica, ma ha dovuto mendicare di quà e di là un posto per poter fare lezione. Ora egli farà di tutto perché tale inconveniente venga eliminato». Appena arrivato a Palermo lo Jemma si impegnò per far edificare una clinica pediatrica, che doveva sorgere vicino all’«Ospedale dei bambini». La clinica pediatrica, infatti, nei primi anni era sistemata in alcuni angusti locali all’interno dell’«Ospedale civico». Venne costituito un comitato di promotori del progetto, presieduto da Ignazio Florio, presidente dell’«Ospedale civico», a cui parteciparono esponenti della borghesia e nobiltà palermitana, rappresentanti dell’«Ospedale civico» e dell’Università di Palermo. I lavori durarono due anni e furono ultimati nel 1907. La clinica fu inaugurata nel 1908. Da allora la clinica pediatrica è sempre stata presso l’«Ospedale dei bambini». Per lo Jemma il periodo palermitano fu molto intenso sia dal punto di vista scientifico che organizzativo, infatti formò il primo nucleo della "Scuola di Rocco Jemma". Fu assessore all’igiene e alla sanità del Comune di Palermo. Durante questo incarico riorganizzò i servizi sanitari del capoluogo siciliano. Nel 1908 diresse i servizi sanitari e assistenziali a favore dei profughi del terremoto calabro-siciliano avvenuto alle ore 5,20 del 28 dicembre 1908. Nel 1913 lo Jemma lasciò l'Università di Palermo per assumere la direzione della cattedra dell'ateneo partenopeo che era stata di Francesco Fede. La cattedra di Palermo fu affidata a Giovanni Di Cristina (1875-1928), allievo dello Jemma e primo appartenente alla «Scuola di Rocco Jemma» a raggiungere la cattedra che tenne fino alla morte, avvenuta prematuramente nel 1928.
Giovanni Di Cristina: la biografia
Giovanni Di Cristina nacque a Palermo il 12 settembre 1875. Si laureò con lode a Palermo nel 1902 e si recò in Germania, a Monaco e a Berlino, ove compì studi di clinica medica e anatomia e istologia patologica. Dal 1906 al 1909 frequentò gli istituti di patologia generale e di patologia medica presso l'Università di Napoli. Nel 1907 ottenne la libera docenza in patologia medica. Nel 1909 rientrò a Palermo, ove divenne aiuto della clinica pediatrica, di cui fu direttore incaricato nel 1913 e titolare nel 1915. È stato uno dei più grandi ricercatori italiani in campo pediatrico. Studiò la Leishmaniosi infantile in cui insieme a Jemma e Caronia scoprì la terapia a base di derivati antinomiali per via endovenosa, ma si occupò anche della terapia della tubercolosi e della difterite. Aveva sposato Giuseppina Alliata di Montereale. Morì a Palermo il 27 febbraio 1928.
Siracusa:
Dopo l'Unità negli otto comuni principali c'erano brefotrofi costituiti da sale ove erano ricoverati i bambini finché veniva trovata una famiglia affidataria.