Alessandria:
Nel 1822 fu istituita la «Sala di ricezione degli esposti». Come avveniva in tutti i brefotrofi venivano accolti gli illegittimi portatori di una patologia, mentre i bambini sani venivano affidati a famiglie o a balie esterne. Dopo l'Unità, oltre al brefotrofio del capoluogo, ce n'erano altri presenti nella provincia.Nel 1914 fu creato il brefotrofio provinciale che aveva sede nell'edificio dell'«Ospedale civile».
Il 18 aprile 1886 fu costituito un comitato promotore per la costruzione di un ospedale infantile. Il 15 giugno 1890 fu inaugurato l'«Ospedale infantile» che disponeva di 6 posti letto. Dalla fondazione al 1910 l'«Ospedale infantile» fu ospitato presso l'ospedale civile. Il primario medico fu Pietro Tarchetti, mentre il primario chirurgo fu Michele Salio che aveva come assistente Oreste Tasso. Il direttore sanitario fu Cesare Arrigo che mantenne l'incarico fino alla morte avvenuta nel gennaio 1902, al quale fu intitolato il nosocomio nell'aprile dello stesso anno. Dal 1910 al 1914 l'ospedale fu sistemato provvisoriamente in alcuni locali in Via Ghiaini, mentre nel 1914 fu costruito un nuovo nosocomio che disponeva di 50 posti letto.
Dal 1915 al 1919 fu trasformato in ospedale militare e riprese a funzionare con destinazione pediatrica nel 1920.
Biella:
Nel 1700 l'amministrazione dell'«Ospedale maggiore» creò l'«Ospizio provinciale per l'assistenza dell'Infanzia» che nel 1870 divenne «Ospizio provinciale per gli esposti» alle dipendenze della provincia di Novara.
Cuneo:
Il 17 giugno 1907 fu aperto un ambulatorio e il 24 maggio 1909 venne inaugurato l'«Ospedaletto infantile Regina Elena», che aveva una sede provvisoria in una casa in affitto. Nell'agosto 1911 il piemontese Giovanni Giolitti (1842-1928), allora presidente del consiglio, pose la prima pietra dell'edificio che fu inaugurato il 15 novembre 1912, ma dal 1° giugno 1915 l'ospedale fu consegnato, prima alla Croce Rossa Italiana, che lo trasformò in ospedale territoriale fino al giugno 1918 e in seguito, fino al 26 gennaio 1920, fu trasformato in ospedale militare. Quando fu riconsegnato all'amministrazione civile le difficoltà economiche erano tali che il 30 marzo 1922 l'ospedaletto si fuse con l'«Ospedale civile Santa Croce» divenendo un reparto di tale nosocomio.
Novara:
Il brefotrofio fu fondato nel IX secolo e fu uno dei primi in Italia, forse il terzo dopo quello di Milano e Cremona. Dopo l'Unità, oltre al brefotrofio del capoluogo, che era annesso all'«Ospedale maggiore della carità», ce n'erano altri presenti nella provincia.
Le cure montane
Furono condotti alla fine dell'Ottocento degli studi a Macugnaga (NO) (altitudine 1327 m) per cui le «… forme gastroenteriche di diversa natura eziologica (…) migliorano e guariscono con un'adatta cura climatica in alta montagna;». Già dalla fine dell'Ottocento si diffusero le «colonie alpine». In seguito una parte fu destinata alla prevenzione e cura antitubercolare.
Torino:
Non è un caso che i primi ospedali pediatrici italiani venissero edificati a Torino, infatti la città è la prima che si incontra nelle grandi vie di comunicazione provenienti dalla Francia, con la quale il Piemonte aveva sempre avuto forti legami culturali, economici e politici. Per questo a Torino e in tutto il Piemonte le novità scientifiche provenienti da Parigi, che era divenuta la capitale del mondo scientifico, arrivavano prima che nelle altre regioni italiane. Per questo nel 1843 fu creato un ospedale che assunse il nome di «Ospedaletto oftalmico e infantile» destinato soprattutto alle malattie chirurgiche, croniche e oculari.
Due anni dopo, nel 1845, fu creato l'ospedale di «Santa Filomena». Era sistemato in una bella costruzione circondato da un ampio giardino. Aveva una capienza di 44 letti, vi venivano ricoverate soprattutto bambine, portatrici delle principali patologie croniche del momento, cioè scrofolosi e rachitismo. Non accettava pazienti affetti da malattie acute.
Fino al 1865 a Torino esisteva l'«Ospizio dei trovatelli». Gli esposti venivano accettati anche attraverso alcune opere pie circondariali presenti ad Aosta, Ivrea, Pinerolo, Susa. Nel novembre 1870 fu abolita la «Ruota». Nel maggio 1871 fu separato l'ospizio degli esposti dalla maternità e fu creato il «Brefotrofio provinciale». Nel 1884 fu fondato l'«Ospedaletto Regina Margherita». In seguito il termine «Ospedaletto» fu sostituito con «Ospedale». Nel 1887 fu fondato l'«ospedale Maria Vittoria», che fino al 1900 comprendeva due sezioni, una ginecologica e una per bambini affetti da forme chirurgiche e ortopediche. Dal 1° gennaio 1901 fu istituita una sezione di pediatria medica, però era attivo solo un ambulatorio e i bambini ricoverati venivano accolti nel reparto di chirurgia. Dal 1904 fu istituita una sezione autonoma con due sale di degenza che disponeva di 10 letti e 4 culle. Nel 1912 venne trasferita in un locale indipendente con 38 posti letto. Nel 1907 al reparto fu aggregata la seconda sezione dei consultori per lattanti e dal 1910 fu aperta presso l'ospedale una sezione di ostetricia e così fu creata una sezione di neonatologia. Primario fu Emilio Meynier, socio fondatore della SIP.
Nel 1905 si formò la «Consultazione e Dispensario» presso l' «Alleanza coperativa» e nel 1909 furono tenuti «Corsi d'igiene e medicina infantile» della «Scuola femminile».
Istituti per rachitici
Negli anni Settanta dell'Ottocento a Torino e a Milano vennero fondati due istituti per rachitici. L'ospizio di Torino fu fondato da Riccardo Dinetro nel 1872, in seguito sorsero a Genova (fondato da Emanuele Celesta), Palermo, Mantova, Cremona e Verona.
Università: dal 1912
Dal 1900 al 1919 Enrico Mensi (1863-1946) tenne un corso libero di pediatria e nel 1903 ebbe un incarico ministeriale per un corso di igiene infantile. Alberto Muggia, ottenuta la libera docenza in clinica pediatrica con decreto del 25 gennaio 1899 e trasferita a Torino con decreto del 28 febbraio 1899 ebbe un libero insegnamento di clinica pediatrica dall'anno scolastico 1899-1900 a quello 1914-1915. Francesco Fede, in vari discorsi parlamentari, espresse apprezzamento per l'attività didattica del Mensi e del Muggia e chiese inutilmente l'istituzione della cattedra di pediatria. Nel 1912 fu fondata la cattedra di pediatria e l'insegnamento affidato a Giovanni Battista Allaria (1872-1955) allievo di Camillo Bozzolo (1845-1920), direttore della clinica medica e dal 1910 senatore del Regno. Il Bozzolo concesse all'Allaria una sala, con dieci posti letto, della propria clinica medica generale. L'Allaria non aveva aula e laboratori autonomi, ma utilizzava quelli della clinica medica. L'Allaria nel 1926 divenne direttore della Clinica pediatrica dell'Università di Torino e fu presidente della Società italiana di pediatria dal 1930 al 1940.
Vercelli:
Nel 1891 fu attivato un reparto di pediatria che prese il nome di «Ospedaletto infantile» sistemato in alcuni locali che in precedenza avevano accolto la sezione maternità. L'edificio era stato scelto perché era piuttosto indipendente dal resto del nosocomio in modo da diminuire le possibilità di contagio. All'inizio il reparto disponeva di 27 posti letto e 6 letti per le madri che erano ospitate in ospedale o per allattamento o assistenza ai figli. Nel 1899 vennero realizzate grandi finestre con terrazzo in modo da migliorare le condizioni di aerazione e di luminosità. Nel 1910 i posti letto furono portati a 35. Fino al 1901 venivano accolti bambini di età inferiore a 6 anni, poi l'età fu elevata a 8 anni, e nel 1908 arrivò a 10 anni, mentre nel 1927 fu portata a 12 anni. La provincia di Vercelli fu istituita nel 1927.
È significativo notare che l'«Ospedaletto» fu voluto da un medico vercellese C. Carchetti che lasciò all'«Ospedale maggiore» tutti i propri averi per istituire un reparto pediatrico.
Le cure montane
Furono condotti alla fine dell'Ottocento degli studi a Alagna Val Sesia (VC) (altitudine 1191 m) per cui le «… forme gastroenteriche di diversa natura eziologica (…) migliorano e guariscono con un'adatta cura climatica in alta montagna;». Già dalla fine dell'Ottocento si diffusero le «colonie alpine». In seguito una parte fu destinata alla prevenzione e cura antitubercolare.