O
 

OBESITA’.
Si  ha quando il peso reale supera del 20% il peso ideale (Vedi) quello che dovrebbe essere se fosse proporzionato all’altezza.  Per i bambini e gli adolescenti, il problema dell’obesità rappresenta  una vera e propria emergenza
Le cause  sono principalmente tre:
▲  la famiglia: se i genitori sono obesi, i figli hanno un’alta probabilità di divenirlo anche loro, sia perché esiste una predisposizione genetica, sia per le “cattive abitudini” acquisite e tramandate in casa (alcune si possono correggere seguendo le indicazioni che abbiamo elencato nella tabella)
▲  si mangia troppo: questo è avvenuto fin dall’antichità, ma oggi, a differenza del passato, disponiamo di cibi particolarmente gustosi e ricchi di calorie, zuccheri e grassi, di cui la pubblicità accresce infinitamente tutti gli aspetti più tentatori
▲  si consuma poco: Per ridurre l’eccesso di peso o prevenire che si instauri il sovrappeso o l’obesità è più efficace consumare di più che seguire una dieta ipocalorica, che nel bambino e nell’adolescente può essere dannosa perché  riduce l’apporto dei principi nutritivi indispensabili per la crescita. Inoltre ricordiamo che è più efficace e importante uno stile di vita che agevoli l’attività fisica e riduca la vita sedentaria della pratica sportiva.
E’ stata calcolata la quantità di attività fisica e sportiva  indicata per gli adulti:: per bambini e adolescenti è necessaria un’attività ancora maggiore di quella indicata.

  • 30 minuti  giornalieri in cui si compia un’attività d’intensità moderata effettuata tutti i giorni della settimana riducono il rischio di malattie croniche come a carico del cuore e il diabete. E’ sufficiente anche il solo camminare a passo svelto per 30 minuti.
  • Se il soggetto è in soprappeso per evitare un ulteriore incremento  che faccia arrivare all’obesità è necessario compiere da 45 a 60 minuti giornalieri di attività di intensità moderata, oppure 20 minuti di attività vigorosa.
  • Per prevenire o ridurre l’obesità sono necessari almeno da 60 a 90 minuti di attività moderata.

L’obesità è in continuo aumento e  oggi è considerata una vera epidemia.
Nella metà dei casi, si mantiene anche nell’età adulta. La risoluzione più efficace è, nell’ordine:

  • Modificare lo stile di vita combattendo la sedentarietà e attuando tutti quei cambiamenti di comportamento che facilitano il movimento.
  • Fare attività sportiva. Per il bambino di più di 5 anni fino all’adolescente è importante effettuare almeno 5 ore di attività sportiva alla settimana.
  • Restrizioni dietetiche.

È importante che i genitori non eseguano diete ipocaloriche (“dimagranti”) di propria iniziativa o ricopiate dai giornali o dai libri perché è bene che vengano prescritte sempre dal medico per garantire un sufficiente apporto di tutti i principi nutritivi, importanti durante l’accrescimento, quando è necessario un equilibrato apporto di tutti i nutrienti.
Obesità educazione
I genitori pertanto devono attuare alcuni comportamenti per evitare un apporto superfluo di calorie, che può avvenire fuori, prima, durante o dopo il pasto. Ecco allora i 4 punti su cui agire:
l         Fuori-pasto
Non si deve mai mangiare al di fuori dei cinque pasti principali (prima colazione, spuntino a metà mattinata, pranzo, merenda e cena).
Non mangiare mai davanti al televisore.
Non tenere i cibi in vista o a portata di mano.
Tenere poche provviste soprattutto in frigorifero.
l         Prima del pasto
Arrivare a tavola nel momento in cui si inizia a mangiare.
Non portare le vivande in tavola prima dell’inizio del pasto.
Non iniziare a mangiare prima che tutti i commensali si siano serviti.
Non mettere le pietanze nei vassoi, neppure la cestina con il pane, ma portarle nel piatto.
Usare piatti un po’ più piccoli del normale e mettere solo la quantità di pietanza che si deve consumare.
Prima dell’inizio del pasto far bere al bambino un bicchiere d’acqua.
Non preparare cibi troppo appetitosi o dall’aspetto invitante.
l         Durante il pasto
Tutti devono mangiare le stesse pietanze (è assurdo che qualcuno mangi cibi gustosi, mentre altri “fanno la dieta”)
Si deve masticare bene, perché è utile sia per limitare la quantità di cibo, ma soprattutto per facilitare la digestione.
Mentre si mastica si dovrà posare la forchetta sul piatto e, naturalmente, non si dovrà parlare.
Mangiare sia a pranzo, sia a cena sempre una porzione di verdura e frutta.
Il televisore dovrà stare spento durante i pasti.
l         Dopo il pasto
Appena finito il pasto ci si deve subito alzare.
Non conservare gli avanzi.
Non si dovrà mangiare più fino al pasto successivo.
Sintetizzando una strategia anti-obesità, la si può definire la regola delle 4 C:
Comportamento alimentare: mangiare più verdura e frutta e meno pane, pasta, dolci. Limitare al massimo la quantità dei condimenti ai pasti, per esempio olio, burro e panna, mentre consigliato è il succo di limone che contiene un numero irrisorio di calorie.
Camminare: si consumano molte calorie (420 kcal ogni ora), ma in modo piacevole.
Ciclismo: è un modo per fare movimento divertendosi (600 Kcal ogni ora), e avere la possibilità che genitori e figli stiano insieme, divertendosi.
Cane: è un ottimo pretesto per uscire di casa, proprio per portare a spasso il cane (vedi animali domestici).
L’obesità è un rischio per la salute
L’obesità è un elemento di rischio per alcune malattie:
   diabete
   ipertensione arteriosa
   alterazione del rapporto dei grassi nel sangue
   tutti elementi che favoriscono l’aterosclerosi

Numero stimato di persone di età inferiore a 18 anni con sovrappeso e obesità residenti nelle Regioni italiane

 

REGIONE

SOVRAPPESO

OBESITA'

TOTALE IN ECCESSO DI PESO

Piemonte

146.480

77.668

224.148

Valle d'Aosta

4.400

2.337

6.737

Liguria

48.676

25.809

74.485

Lombardia

348.493

184.782

533.275

Trento e Bolzano

42.828

22.708

65.536

Veneto

177.590

94.164

271.754

Friuli Venezia Giulia

39.259

20.816

60.075

Emilia Romagna

139.836

74.145

213.981

Marche

58.742

37.033

95.775

Toscana

128.156

80.794

208.950

Umbria

31.878

20.097

51.975

Lazio

216.384

136.416

352.800

Campania

329.975

237.582

567.557

Abruzzo

55.860

41.040

96.900

Molise

13.891

10.206

24.097

Puglia

205.432

148.414

353.846

Basilicata

28.028

20.248

48.276

Calabria

100.205

72.393

172.598

Sicilia

260.851

188.451

449.302

Sardegna

60.952

32.319

93.271

ITALIA

2.437.916

1.529.422

3.967.338

Numero stimato di persone di età inferiore a 18 anni con   sovrappeso e obesità residenti nei Comuni di Roma e Milano 

CITTA'

SOVRAPPESO

OBESITA'

TOT.

Roma

98.578

62.147

160.725

Milano

41.237

21.865

63.102

Da Ricordare:
Si devono introdurre meno calorie, ma non è mai bene seguire diete “fatte in casa”, infatti nel bambino e nell’adolescente è necessario mangiare alcuni tipi di cibo, perché è importante, per esempio, introdurre le proteine che servono per formare la struttura “portante e funzionale” delle varie componenti dell’organismo. Le proteine si trovano nella carne, nel pesce, nelle uova, nel latte, nei formaggi, nei cereali (pane, pasta, riso), e nei legumi (fagioli, ceci, lenticchie), ma molti di questi cibi vengono, dal paziente stesso, abitualmente eliminati per dimagrire, perciò la dieta la deve prescrivere il medico. Per consumare di più ci si deve muovere maggiormente andando a piedi anziché in ascensore o in auto e assegnando al bambino e all’adolescente anche alcuni compiti a casa come sparecchiare o rimettere a posto la propria camera. In più si devono fare cinque ore di sport alla settimana: vanno bene tutti, ad eccezione del nuoto perché il bambino obeso tende a “galleggiare” più che a muoversi energicamente in acqua e così consuma poche calorie.   

OCCHI DEL LATTANTE
Il colore degli occhi è ormai quello definitivo, che non cambierà più per tutta la vita, a meno che il colore non sia il verde, infatti chi ha gli occhi di questo colore, li ha così “chiari” che rifletteranno l’ambiente circostante e potranno essere celesti all’aria aperta o marroni se osservati all’interno di una stanza.
La parte che negli adulti è “bianca” nei bambini, durante i primi mesi di vita, assume una colorazione bluastra perché è così sottile che fa trasparire il sangue che scorre al di sotto, ma anche questo aspetto si normalizzerà, aumenterà (alla nascita è di 34 cm e alla fine del primo anno 46) e assumerà la colorazione bianca come negli adulti.
Non solo si è capito quanto il bambino ci veda, ma anche il criterio con cui usa gli occhi.
l   Appena si sveglia apre gli occhi
l   Se è buio, cerca di vedere qualcosa, cioè ciò che sia possibile
l   Se, invece, appena apre gli occhi vede la luce, inizia subito a guardare accuratamente tutto l’ambiente per cercare delle linee di contorno
l   Appena trova una linea di contorno, la guarda per metterla a fuoco bene e capire di cosa si tratta.
l   Guardando l’ambiente si sofferma maggiormente intorno alle zone dove ci sono molti contorni (e perciò pensa ci possano essere cose interessanti), mentre dedica meno tempo nelle zone con pochi contorni.
Durante i primi 6 mesi di vita il colore degli occhi nei bambini non è mai quello definitivo. Solo dal secondo semestre il colore è quello che resterà anche da adulti.
Il bambino “storce gli occhi”: nessun problema, è un fenomeno normale fino a 8 mesi. Infatti il bambino prima di tale età non guarda contemporaneamente con entrambi gli occhi, ma li usa separatamente. Ecco perché ogni occhio guarda dove vuole, anche in direzioni diverse. Dopo gli 8 mesi acquisirà la visione binoculare (cioè guarderà con ambedue gli occhi e non li “storcerà” più).

OCCHIO PIGRO.
(vedi Ambliopia)   

ODORI. 
Alcuni,per esempio quelli delle vernici, possono scatenare dei fenomeni allergici, in particolare la difficoltà respiratoria, infatti sono irritanti fisici come la polvere, il fumo e l’aria fredda. Alcuni odori, però, si trovano “a portata di mano”, infatti anche i prodotti balsamici, sia quelli in fialette, da diluire nei liquidi da respirare, sia quelli applicati sul torace, possono, in alcuni casi, determinare dei fenomeni di broncospasmo, cioè fare restringere temporaneamente le vie respiratorie, fenomeno che determina una difficoltà respiratoria. Per precauzione, perciò, non è bene usare i prodotti balsamici profumati. (Vedi anche: olfatto).

OLFATTO.
Il nervo olfattivo si forma già dalla 7ª settimana di gravidanza, cioè dalla fine del periodo embrionario. Dall’8ª alla 9ª settimana di vita si formano i bulbi olfattivi, che sono la struttura che raccoglie, sotto forma di impulsi, gli “odori” e li trasmette al cervello.  Dalla 32ª settimana le capacità olfattive del bambino sono già ben sviluppate. Durante la gravidanza il feto, non solo è capace di riconoscere l’odore del liquido amniotico, ma di apprezzare anche le differenze olfattive che cambiano nel corso delle 24 ore, principalmente secondo i cibi ingeriti dalla madre, ma anche i profumi che usa la mamma. Gli odori che il bambino avverte di più sono quelle legati alle spezie contenute negli alimenti, ma anche quello della nicotina, un motivo in più per non fumare. Anche se è già presente dalla 32ª settimana di gestazione, raggiunge un notevole grado di sviluppo verso gli 8-9 mesi, comunque verso il 2° anno e si completa verso i 5 anni, ma alla nascita serve al bambino per riconoscere la madre. L’odore del torace della mamma guida il neonato a iniziare l’allattamento e il bambino preferisce nell’ordine il torace bagnato in precedenza con il liquido amniotico, il torace “al naturale” rispetto a quello lavato a cui perciò sia stato sottratto buona parte dell’odore. Dalla nascita in poi, progressivamente, imparerà a conoscere altri odori rispetto a quello del liquido amniotico in cui è vissuto prima del parto e si abituerà all’odore della pelle della mamma.
Che cosa fare  
visto che il bambino viene guidato ed invitato ad attaccarsi al seno riconoscendo l’odore della mamma, non lo si dovrà confondere, perciò la mamma
-    deve lavarsi il seno una sola volata al giorno sempre dopo il termine della poppata, in modo da permettere alla pelle di poter ricominciare ad emanare il suo reale odore durante l’intervallo fra le poppate
-    dovrà usare saponi non profumati, anzi il più possibile privi di odore.
-    deve ricordare che i bambini, fin da piccoli, preferiscono i volti graziosi, perciò la mamma, anche se non può usare profumi, deve curare la propria bellezza, perciò deve usare il trucco, il rossetto e i capelli sempre in ordine.
Che cosa non  fare  
-    lavarsi il seno prima di attaccare il bambino
-    applicare sulla pelle del torace, del seno e delle ascelle profumi, deodoranti, saponi che emanino odori
-     usare coppette protettive per il seno, infatti l’ambiente umido provocato dall’eventuale ristagno di latte, potrebbe, anche in questo caso, nascondere il comune odore della pelle. 
I disturbi dell’olfatto Sono quattro dovuti o a una lesione del naso e delle strutture interne, che dovrebbero raccogliere gli odori o del cervello che dovrebbe elaborarle.
l   Anosmia: è la perdita totale dell’olfatto.
l   Iposmia: si sentono meno gli odori.
l   Iperosmia: si sentono gli odori in modo più intenso
l   Parosmia: si sentono odori immaginari
Da ricordare Il bambino è guidato dall’odore della pelle della mamma, perciò è bene non usare profumi, detergenti, sapone o coppette coprilatte, infatti questi profumi “artificiali” potrebbero disorientare il bambino. È perciò consigliabile lavare il seno una volta al giorno dopo la poppata.

OLIO DI OLIVA.
Per i bambini e gli adolescenti non c’è nessun problema, perché gli piace sempre e messo in tantissime pietanze:  loro la pastasciutta la preferiscono «bianca», anziché condita con salse varie (è lo stesso motivo per cui vogliono riconoscere quello che mangiano): perciò condiamogliela con olio di oliva e, se lo vogliono, il parmigiano. L’olio va benissimo anche per condire il pesce: è un modo per dargli un sapore gradito ai bambini, senza «nascondere» quello che c’è sotto. Usare l’olio, perciò, va bene e piace ai bambini, ma attenzione perché contiene tantissime calorie: 900 ogni 100 gr, perciò deve essere usato con moderazione da quelli che sono un po’ «cicciottelli».

OLIO DI PESCE.
L’olio di pesce previene alcune malattie respiratorie, l’eczema, la psoriasi, riduce la quantità di colesterolo nel sangue e facilita la circolazione combattendo anche l’ipertensione arteriosa, perché contiene molti acidi grassi polinsaturi a lunga catena (possono essere di origine animale o vegetale), che si chiamano essenziali, perché l’organismo non è in grado di produrli da sé, ne devono essere assunti 3 gr al giorno per i primi dodici mesi di vita, 5 gr al giorno per i bambini e 10 gr al giorno negli adulti: anche in questo caso ognuno potrà fare i conti da solo, infatti 1 gr di acidi grassi essenziali si trova in 10 gr di olio di oliva, in 3 gr di olio di arachide o in 2 gr di olio di mais o di soia, oppure, fra quelli di origine animale in 200 ml ei latte, 30 gr di burro o in 3 gr di lardo. L’ideale poi sarebbe di mangiare 2 o 3 volte alla settimana il pesce azzurro, ricco di acido eicosapoentaenoico, che possiede anche un’attività contro l’infiammazione.

OMBELICO. 
Può essere:

  • piatto, cioè quella situazione che viene scientificamente definita come ombelico amniotico: alla nascita c’era poca pelle, che, una volta caduto il moncone ombelicale, restava per formare il fondo, perciò, dovendo fare con il poco tessuto a disposizione, l’ombelico restava poco profondo: è una situazione per altro piuttosto infrequente, che determina solo un danno estetico e si potrà risolvere per chi lo vuole con la chirurgia plastica, ma se ne parlerà verso i sedici-diciotto anni. Più frequente invece è la situazione dell’
  • «ombelico in fuori»: può essere perché, all’opposto del caso precedente, c’è troppa pelle e allora si tratta di una situazione definita scientificamente ombelico cutaneo, oppure può essere il foro che dovrebbe formare l’ombelico, per cui fuoriesce una parte del contenuto addominale. è
  • ernia ombelicale (Vedi)  nessun problema, perché anche in questo caso il principale disturbo di questa situazione è quello estetico, infatti lo strozzamento è estremamente raro e  l’intervento chirurgico va fatto solo se persiste anche dopo il compimento del quinto anno.

OMEOPATIA.
All’omeopatia si rivolgono in Italia 1.400.000 persone.
Ecco alcuni concetti da ricordare:
l   Fa bene: “l’omeopatia è un trattamento utilissimo nella non-malattia o nella malattia-disturbo”. Infatti sono più le persone che escono dall’ambulatorio del pediatra senza che gli sia stata prescritta una medicina di coloro che invece hanno una ricetta in mano. Anzi le situazioni più frequenti come le infezioni soprattutto dell’apparato respiratorio che danno febbre o tosse sono dovute a virus e non è necessario assumere farmaci, come nel caso di quelle dell’apparato digerente con vomito o diarrea. In questa schiera ci sono tutti i bambini che mangiano o dormono poco, che sono pallidi e che, secondo i genitori, sono anemici, gli manca il calcio… In questi casi la maggioranza dei genitori non si sente tranquilla se non somministra al bambino qualche farmaco e per alleviare questo tipo di ansia ci sono centinaia di prodotti, “ricostituenti”, sciroppi per la tosse, fermenti lattici, integratori, che sono farmaci inutili perché quasi sempre non ci sono prove cliniche che ne dimostrino l’efficacia. In altri casi ci sono farmaci, come alcuni da usare in caso di vomito o diarrea che possono essere dannosi. In queste situazioni il prodotto omeopatico ha il vantaggio di non fare nulla né in bene né in male, ma di dare la sensazione al genitore di curare il figlio. Dunque ben vengano i prodotti omeopatici, infatti le medicine non servono, perciò, tanto non si deve dare nulla, vanno bene anche i prodotti omeopatici, perché così i genitori hanno la sensazione di curare il proprio figlio: i prodotti omeopatici sono perciò un vero “placebo”.
l   Fa male:    “ma trattare con l’omeopatia una malattia vera per la quale esistono farmaci di comprovata efficacia e non gravati da effetti collaterali sproporzionati alla gravità della malattia stessa è un errore colpevole”. Purtroppo ci sono bambini con fibrosi cistica o diabete che vengono curati con l’omeopatia: in questo caso i prodotti omeopatici sono altamente dannosi. Basta pensare alla fibrosi cistica: oggi, con le cure mediche attuali, riusciamo a garantire una sopravvivenza superiore ai 30 anni, con i prodotti omeopatici siamo fermi agli anni ’50 quando il paziente fibrocistico non superava i 10 anni di età..


Tre esami inutili
l   Esame del capello: dovrebbe indicare quali alimenti il paziente non è in grado di tollerare: giustamente negli Stati Uniti è stato messo fuori legge, perché, senza nessuna base scientifica, ha indotto i pazienti a privarsi di alimenti importanti e perciò a privare il paziente dell’apporto di vari principio nutritivi arrecando inoltre il danno psicologico legato ad ogni tipo di dieta.
l   Vegatest: il paziente prende in mano varie vaschette che contengono quantità omeopatiche della sostanza verso cui si pensa possa essere allergico. Quando il paziente tocca la sostanza verso cui è allergico, la lancetta si sposta ed ecco fatta la diagnosi.
l   Test kinesiologici: si misura la forza dei muscoli prima e dopo che il paziente abbia toccato varie sostanza verso cui si pensa possa essere allergico. Secondo i cambiamenti della forza dei muscoli, si stabilisce la sostanza verso cui il paziente sia allergico.  Talvolta i dati del Vegatest o dei test kinesiologici vengono elaborati attraverso il computer, ma, naturalmente, essendo i dati raccolti in modo non scientifico, non si guadagna nulla in attendibilità.

ONICOFAGIA.
Significa  “mangiarsi le unghie”.

ORA LEGALE.
L’ultima domenica di marzo, alle 2 di notte si spostano in avanti le lancette di un’ora (alle 3). Attenzione alla regolarità del sonno (vedi) cioè all’ora dell’addormentamento (vedi). Per rispettare i ritmi biologici, cioè garantire l’igiene del sonno , il bambino dovrà essere mandato a letto alla consueta ora a cui è abituato, in pratica cioè, con l’ora legale un’ora più tardi e si dovrà scalare 20 minuti al giorno, in modo da abituarlo progressivamente all’ora legale. L’ultima domenica di ottobre, le lancette alle 3 di notte, dovranno essere portate indietro di un’ora cioè alle 2. In questa fase serve l’operazione inversa rispetto alla primavera, cioè nella settimana successiva al ripristino dell’ora solare, il bambino dovrà andare a letto un’ora primai e scalare 10 minuti al giorno, per 6 giorni, fino a raggiungere la solita ora dell’addormentamento.

ORARI PER STUDIARE.
Vedi ritmi biologici

ORECCHIE.
Le  “orecchie a sventola”. Scientificamente si chiamano “orecchie ad ansa”, possono essere da un lato solo o da tutte e due le parti. Non sono solo un problema estetico, perché il bambino può essere deriso dai compagni e perciò questo difetto estetico gli può creare insicurezza e problemi psicologici. Oggi ci sono delle tecniche chirurgiche che si possono eseguire in anestesia locale con poche ore di degenza e che prevedono l’incisione e l’asportazione della cartilagine in eccesso della parte posteriore dell’orecchio. L’intervento può essere eseguito già dopo che il bambino ha compiuto cinque anni ed è consigliabile effettuarlo più precocemente possibile, sia per permettere lo sviluppo armonico della testa, sia per evitare problemi psicologici.

ORECCHIE, mal d'

dolore all'orecchio: vedi Otite.

ORECCHIONI.
(vedi Parotite)

ORMONE DELLA CRESCITA.
Ogni anno in Italia nascono poco più di mezzo milione di bambini. Fra questi a 70 manca completamente l’ormone della crescita, che è quella sostanza prodotta dal sistema nervoso, che dà l’impulso all’organismo a crescere. In un numero nettamente superiore questo ormone è prodotto in quantità insufficiente, per cui il bambino non potrà raggiungere l’altezza proporzionata a quella dei genitori. Più ormone della crescita manca, più il bambino resta basso. Da qui la necessità di non far mancare l’ormone della crescita e perciò, quando se ne accerti con gli esami di laboratorio, la carenza, è necessario somministrarlo sotto forma di farmaco. Fino agli anni 80 si doveva usare l’ormone della crescita di origine bovina, cioè estratto dalla mucca, ma c’era il rischio di trasmettere al bambino la malattia di Creutzfeldt-Jacob, quella della mucca pazza. Poi è stato sintetizzato l’ormone della crescita biosintetico, cioè prodotto in laboratorio, ma anche questo non è privo di rischi. I bambini trattati con l’ormone della crescita: presentavano il diabete in un numero 6 volte superiore a quello della restante popolazione. L’ormone della crescita, perciò, va usato solo quando ce ne sia reale bisogno e non per assecondare i capricci dei genitori, che, cercando le migliori condizioni per i propri figli, vorrebbero che fossero anche i più alti (indipendentemente dalla statura della madre e del padre). Nei casi in cui è necessario l’ormone della crescita biosintetico viene iniettato con una siringa da insulina, tre volte alla settimana nel muscolo della spalla.

ORTICARIA.
Si vedono sulla pelle   macchie a forma di chiazza rosa o rossa leggermente sopraelevate In genere c’è prurito. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a 20 cm di diametro. Un’altra caratteristica è che i rigonfiamenti dell’orticaria durano da pochi minuti a qualche ora, mai oltre 24. Questa è una caratteristica che permette di distinguerla da altre eruzioni, compreso quelle delle malattie infettive. Se la vescicola dell’orticaria dura più di 24 ore si deve avvertire il medico perché allora potrebbe trattarsi di una malattia “interna” che dà una manifestazione sulla pelle. La causa più frequente dell’orticaria nei bambini è il contatto con qualche sostanza “urticante” ed è più frequente proprio quando i bambini stanno maggiormente all’aria aperta. Possono aver toccato un bruco o essere stati punti da un insetto. Se si può escludere che il bambino abbia toccato qualcosa è sempre bene farlo visitare dal medico riferendogli cosa abbia mangiato, quali saponi o indumenti abbia usato.

ORTICARIA  DA FREDDO.
(vedi Freddo)

ORTODONZIA.
Specializzazione dell’odontoiatria che studia i difetti di allineamento dentario e attua i trattamenti necessari a ottenere denti dritti e nella giusta posizione. Gli interventi dell’ortodonsia sono limitati alle sole arcate dentarie.

ORTOGNATODONZIA.
Specializzazione dell’odontoiatria che studia le anomalie ossee craniofaciali responsabili di un disallineamento dentale per cui gli interventi per ottenere la giusta posizione dentali non avvengono sul dente stesso, ma sulle ossa. Nella comunicazione verbale fra medici viene anche indicata come ortognato.

OSSIURI.
(vedi Parassiti intestinali)

OSSIURIASI.
(Vermi nelle feci)  (vedi Parassiti intestinali)

OTITE.
(È l’infiammazione dell’orecchio). Può essere a carico dell’orecchio medio, e si ha l’otite media o del canale uditivo esterno e si ha l’otite esterna.
► Otite media
L’orecchio medio si infiamma dando l’otite media perché vi arrivano degli agenti infettivi che possono determinarne l’infezione e l’infiammazione. Batteri e virus provengono dalla gola che è in comunicazione con l’orecchio attraverso un canalino che serve a equilibrare la pressione che si trova all’interno dell’orecchio con quella dell’ambiente esterno. È proprio per questo che quando si atterra o decolla o si sale velocemente si deve deglutire per “stapparsi” le orecchie. Purtroppo questo canalino è aperto non solo all’aria ma anche agli agenti infettivi, che perciò vi possono transitare, arrivare all’orecchio e determinare l’otite. L’otite media acuta, è l’infiammazione dell’orecchio ed è una malattia così frequente che 2 bambini su 3 ne hanno presentato almeno un episodio durante i primi tre anni di vita.
È rara  nei primi  quattro mesi di vita,la maggior frequenza si ha verso gli  undici  mesi.
L’otite è provocata da virus e batteri, ma non dal freddo.
L'otite media è una delle più frequenti forme infettive del lattante e il mal d'orecchi è uno dei più forti e acuti dolori che possa accusare un piccolo bambino che non sia affetto da forme patologiche croniche.
Nei bambini l'infiammazione e la secrezione nasale può giungere con facilità all'orecchio: il dolore è provocato dall'aumento di pressione a livello dell'orecchio medio, provocato dal catarro che chiude la tuba, infatti la sensazione dolorosa diminuisce notevolmente quando c'è la perforazione del timpano con la fuoriuscita di pus.
Si deve pensare a un'otite quando un lattante presenta un pianto acuto con agitazione e insonnia oppure quando c'è un brusco incremento della febbre in un bambino con raffreddore, mal di gola o diarrea.
I sintomi:
sono  tre: possono essere associati fra loro, ma spesso se ne presenta anche uno solo. Ii primi due sono i più frequenti:

  • Febbre, che spesso può essere anche l’unico segno dell’otite.
  • Dolore all’orecchio: è il dolore più intenso e acuto che possa essere accusato da un bambino.
  • Fuoriuscita di secrezione e/o sangue dall’orecchio, peraltro raro.

La diagnosi

La può fare solo il medico osservando l’interno del canale uditivo con uno apposito strumento: l’otoscopio.
Attenzione a un errore: Il bambino piccolo in genere si tocca le orecchie non perché gli facciano male, ma perché vuole conoscere questa parte del proprio corpo o, più spesso, perché ha prurito, perciò non è un sintomo di otite.
La cura.
L’antibiotico da usare è l’amoxicillina, al dosaggio di 50 mg/kg/die. Andrà assunto in 2 o 3 somministrazioni al giorno: la cura andrà continuata per 7 giorni.
Va usato il paracetamolo per abbassare la febbre o alleviare il dolore. Vanno praticati anche lavaggi nasali con soluzione fisiologica.
Non istillare gocce all’interno dell’orecchio senza che lo abbia prescritto il medico
Se il bambino ha presentato più di 3 episodi di otite negli ultimi 6 mesi o 4 nell’ultimo anno dovrà assumere ogni sera ininterrottamente da ottobre ad aprile una dose di amoxicillina, ma a un dosaggio ridotto, 20 mg/kg/die. In tutti gli altri casi si può attendere da 48 a 72 ore prima di iniziare a somministrare l’antibiotico.
Otite esterna
Sintomi
Il dolore all’orecchio aumenta quando si tocca o si stira il padiglione auricolare. Questo è un segno tipico che serve per differenziare l’otite esterna da altre forme.
Il dolore tende a perdurare per giorni e in genere tende ad aumentare.
Una conferma la si può avere osservando come dorme il paziente: se ha l’otite esterna tende a dormire dall’altro lato, cioè a non appoggiare l’orecchio infiammato.
La cura
Basta istillare all’interno dell’orecchio gocce auricolari contenenti antibiotici di polimixina e neomicina, attivi contro i principali batteri responsabili dell’infezione e un cortisonico per ridurre l’infiammazione.

Quando finisce la convalescenza ed è possibile rientrare a scuola?
Nessuna limitazione, cioè il bambino può stare a scuola, se c’è febbre può rientrare un giorno dopo la scomparsa.

Questionario per i genitori
Rispondi alle domande e controlla il punteggio assegnato: i valori  negativi sono quelli che indicano l’otite media (“interna”), quelli positivi sono legati all’otite esterna. Somma tutti i punteggi e in base al risultato leggi la risposta.

  • C’è raffreddore e/o tosse e/o mal di gola?

- 2

  • C’è febbre?

- 2

  • Nella settimana precedente alla comparsa del dolore il bambino ha fatto più di 4 volte il bagno in mare o la mamma gli ha lavato più di 2 volte le orecchie con acqua e sapone?

+ 1

  • Nella settimana precedente il bambino ha fatto il bagno in piscina anche una sola volta?                                

+ 2

  • Nei 15 giorni precedenti  gli è stato ha pulito l’interno dell’orecchio con i bastoncini cotonati?

+ 1

  • Dolore:

 

      si accentua se si muove il padiglione auricolare?

+ 3

      dura ininterrottamente da più di 12 ore?

+ 1

      è aumentato di intensità nell’arco di 24 ore?

+ 1

     

 

      dura meno di 6 ore, anche se molto intenso, poi scompare?

- 4

      Il bambino dorme dall’altro lato da cui avverte il dolore?

+ 1

      il dolore è avvertito dai due lati?

0

  • Il bambino sta bene, ma dice che non ci sente da un orecchio ?

(0)*

Risposta
*: In questo caso  è probabile che il bambino abbia un tappo di cerume (vedi pag. 00) per cui è opportuno farlo visitare dal medico.
- Se il risultato è 0 o positivo si tratta di otite esterna.
- Se il risultato è negativo si tratta di otite media (“interna”).


Il canale uditivo
Il canale uditivo esterno subisce gran parte degli insulti negativi uguali alla pelle, ma è più delicato ed è danneggiato soprattutto da
  • Temperature elevate: l’“aria calda” che entra nel condotto uditivo altera la composizione e il normale funzionamento del cerume e può determinare anche la
  • Macerazione della cute interna.
  • L’umidità tende ad alterare la consistenza del cerume che al contrario è idrorepellente.
  • Cloro e saponi: il primo è usato nelle piscine come disinfettante e nei periodi di maggior affollamento, ne viene introdotto in abbondanza, mentre i saponi  penetrano nell’orecchio  durante docce e bagni (il consiglio perciò è di non lavare mai l’interno dell’orecchio). Il danno che provocano il cloro e i saponi è dovuto al fatto che riducono l’acidità che si trova all’interno del condotto uditivo che è uno mezzo di difesa dalle infezioni .

Tutti questi elementi riducono le capacità di difesa dell’orecchio, cioè lo predispongono alle infezioni. I batteri possono arrivare sia attraverso l’acqua contaminata, in genere quella delle piscine, e in questo caso il batterio responsabile dell’otite è lo Pseudomonas aerugionosa. Questa minor capacità difensiva dell’interno del condotto uditivo lo rende anche più suscettibile ai traumi, per esempio ai “graffi” provocati in primo luogo dai bastoncini cotonati che sono sempre dannosi e perciò ancora più in questa stagione. Un altro motivo di trauma è l’uso, sempre più frequente degli auricolari usati sia per i telefoni cellulari sia per ascoltare musica. Questi traumi facilitano l’attecchimento dei batteri, in particolare dello Staphylococcus aureus.

OTOSCOPIO.
Per i pazienti è più comprensibile se si dice:strumento per guardare l’orecchio.

OVERDOSE
Non c’è motivo di usare il termine inglese perché in italiano si traduce: iperdose.

 
 
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