Bergamo:
Già dal 1170 gli esposti venivano accolti in uno «Spedale», gestito dai padri crociferi, che si trovava in una località definita «borgo di Santo Stefano». Nel 1459 gli esposti vennero
accolti presso lo «Spedale grande della Santissima Vergine e di San Marco» che accoglieva ogni anno da 800 a 1000 esposti. Interessante riferire la Bolla di Paolo II (Pietro Barbo 1417- 1471) emessa in Roma il 19 agosto 1467 che prevedeva la remissione di tutti i peccati a chi avesse allattato un esposto, fatto allattare o ne pagasse le spese per un anno. Il 24 settembre 1459 la
cura e l'assistenza degli esposti fu affidata all'«ospedale grande». Dopo l'Unità in tutta la provincia c'era attivo un solo brefotrofio che si trovava nel capoluogo. La «Ruota» fu abolita nel 1884. Nel 1887 fu fondata la sezione pediatrica dell'ospedale di Bergamo grazie a un lascito di Costanzo Piazzoni.
Brescia:
I primi «Ospizi» per i bambini abbandonati risalgono all'inizio del Cinquecento. Dopo l'Unità, oltre al brefotrofio del capoluogo, ce n'erano altri presenti nella provincia. Nel 1880 fu aperta una «Sala di maternità» e in seguito una «Sala dei fanciulli» ove venivano ricoverati bambini di età superiore ai 7 anni. Il 1° giugno 1902 venne inaugurato l'«Ospedale dei bambini Umberto I», indipendente, anche sul piano amministrativo, dall'«Ospedale civile». All'inizio l'«Ospedale di bambini» fu collocato in alcuni locali presi in affitto dall'«Ospedale civile» decentrati e con ingresso autonomo. Oltre alle sale di degenza, assegnate ai due reparti di medicina e chirurgia, c'era una zona d'isolamento per pazienti infettivi.
C'erano inoltre: sala operatoria, ambulatorio, laboratorio autonomo, accettazione, cucinetta e uffici amministrativi. Venivano ricoverati bambini da 2 a 7 anni di età. Al momento della fondazione l'ospedale disponeva di 12 posti letto che dopo pochi mesi furono portati a 20 e dopo un anno a 40. Nel 1911 fu donata una villa che divenne: «Casa di convalescenza Nava Contrini» per ospitare i bambini convalescenti e così la capienza di posti letto arrivò a 50. Nel 1895 era stato costruito dalla "Congregazione di carità» l'«Istituto rachitici» e in questo edificio nel 1923 fu trasferito l'«Ospedale dei bambini». Le due istituzioni si fusero e divennero: «Opere Pie Raggruppate Ospedale dei Bambini» «Umberto I» ed «Istituto Rachitici». La fusione delle due istituzioni portò la capacità dei posti letto a 95 e in seguito a 120. Primari medici furono Giacomo Bontempi dal 1902 al marzo 1904, Bortolo Tullio Isonni dal maggio al settembre 1904, Cesare Faenzi dall'ottobre 1904 al 1920. Primario chirurgico fu dalla fondazione Artemio Magrassi.
Attività dal 1903 al 1920 |
Anno |
Numero dei ricoveri |
Giornate di degenza |
1903 |
222 |
5512 |
1913 |
651 |
21523 |
1920 |
556 |
20946 |
Como:
Dopo l'Unità in tutta la provincia era attivo un solo brefotrofio che si trovava nel capoluogo.
Il 1° luglio 1868 fu abolita la «Ruota»: Milano e Como furono, dopo Ferrara, le prime province a sopprimerla.
Carolina Meotti, con un lascito del 1888 destinò una somma ai bambini di Como di età compresa da 2 a 10 anni, affetti da malattie chirurgiche o ortopediche, mentre con un lascito di Celeo Cattaneo fu istituito presso l'ospedale di Como un «Ospedaletto» destinati a bambini malati provenienti dalla città di età compresa da 0 a 10 anni.
Cremona:
Nell'870, meno di cento anni dopo la fondazione a Milano del primo brefotrofio del mondo, l'arciprete Ansperto, costruì a proprie spese un brefotrofio, che pertanto fu il secondo presente in Italia. Dopo l'Unità, oltre al brefotrofio del capoluogo ce n'erano altri presenti nella provincia.
L'8 ottobre 1881 venne inaugurata la «Scuola rachitici» posta in alcuni locali ove aveva sede la scuola gestita da una maestra e da un'insegnante di ginnastica e un ambulatorio. All'inizio la scuola fu frequentata da 12 bambini rachitici che ben presto divennero 36. In seguito fu creata anche un'infermeria per eseguire trattamenti ortopedici agli arti inferiori. Tale attività si sviluppò a tal punto che si rese necessario chiudere la scuola per acquisire i locali da destinare ai trattamenti medici e così l'istituzione divenne «Istituto rachitici». Nel 1886 fu eletto presidente del comitato Alfonso Mandelli, che trasformò l'«Istituto rachitici» in «Ospedale dei bambini».
L'«Ospedale dei bambini» fu inaugurato il 17 aprile 1887: era composto da un reparto medico e uno chirurgico, un locale per pazienti infettivi, un ambulatorio con una sezione per le vaccinazioni. Venivano accettati bambini fino all'età di 10 anni. L'attività assistenziale si espanse a tal punto che fu costruito un nuovo ospedale che fu inaugurato nel maggio 1904 dal re d'Italia Vittorio Emanuele III alla presenza di Francesco Fede, allora presidente della Società Italiana di Pediatria, Carlo Comba e Cesare Cattaneo. La direzione fu affidata in un primo tempo a Ulisse Bonadei, in seguito a Felice Celli, socio fondatore della SIP. Sempre nel 1904 sorse la «Scuola per le madri e per le bambinaie».
Nel 1828 un sacerdote cremonese, Ferrante Aporti (1791-1858), fondò a Cremona il primo «Asilo
infantile per bambini agiati», mentre il 18 febbraio 1831 aprì il primo «Asilo di Carità per l'infanzia», che ospitava bambini di età compresa fra 2 anni e mezzo e 6 anni. Il finanziamento avveniva attraverso la beneficenza di privati. Gli asili aportiani si diffusero rapidamente in Italia.
Mantova:
Dopo l'Unità esisteva un reparto brefotrofio annesso alla maternità del «Civico spedale». Nel 1881 sorse una «Società di protezione dei fanciulli contro l' accattonaggio ed i pericoli dell'abbandono». Il 14 marzo 1900 fu inaugurato l'«Ospedale infantile Bulgarini» che fu sistemato nel palazzo Bulgarini ove restò fino al 1930. Il palazzo era stato donato dal conte Francesco Bulgarini Visconti per fini assistenziali a metà dell'Ottocento.
I bambini venivano ricoverati in due distinte sezioni, medica e chirurgica. Il numero dei bambini ricoverati andò progressivamente aumentando: 77 nel 1900; 266 nel 1906 per raggiungere il massimo di 388 nel 1913; nel 1920 furono 267.
Il 17 aprile 1905 il «Comitato pro lattanti», che aveva obiettivi educativi ed assistenziali, inaugurò la prima sala-asilo che accoglieva 12 bambini e nel settembre dello stesso anno iniziò a funzionare il dispensario. Dal gennaio 1906 fu aperta la refezione per le nutrici. Alle gestanti, anziché concedere aiuti economici venivano forniti gratuitamente due chilogrammi di carne ogni settimana e altri aiuti alimentari che venivano forniti anche per i primi 15 giorni di puerperio per incentivare, anche attraverso i controlli sanitari, la pratica dell'allattamento al seno. Trascorsi i primi 15 giorni i bambini venivano accolti nelle sale-asilo e le madri avevano accesso alla «refezione delle madri» che offriva un pasto al giorno. I bambini venivano accolti nella «sala-asilo» e la madre aveva l'obbligo di recarvisi «ad ore fisse per allattare il proprio bambino». Al bambino veniva praticano un bagno quotidiano. Non venivano ospitati i bambini allattati artificialmente. Per i primi 3 mesi la madre tornava ad allattare anche il pomeriggio, dal quarto mese veniva sostituito l'allattamento materno con quello artificiale per ridurre le assenze della madre dal posto di lavoro.
Milano:
Il primo brefotrofio italiano e del mondo fu quello di Milano istituito nel 785-787 dall'Arciprete della Cattedrale Dateo, che fondò, presso un immobile di sua proprietà, lo «Xenodochio» che era un «Ospizio dei trovatelli» per dare ricovero ai bambini che «di solito venivano abbandonati per le vie e gettati nelle cloache».
Quello di Milano è stato il primo brefotrofio del mondo. In passato alcuni hanno voluto contestare una tale priorità dicendo che esisteva già dal VI secolo a Treves un rifugio per gli esposti oppure già dalla seconda metà del VIII secolo che ce ne fosse un altro fondato da Annuso, figlio di Costantino Copronimo, ma la storiografia successiva ha dimostrato che solo quello di Milano aveva le caratteristiche di continuità e stabilità amministrativa e organizzativa rispetto agli altri. Nel 1158 fu affidata l'assistenza dei bambini illegittimi o abbandonati all'«Ospedale di Santo Stefano alla ruota» conosciuto come «Brolio», comunque in Milano esistevano varie istituzioni che si dedicavano all'assistenza degli esposti.
Dalla metà del Quattrocento, a causa del notevole incremento del numero degli esposti ci fu una divisione dei ricoverati, per cui al «Brolio» venivano accolti bambini di età inferiore all'anno, mentre quelli più grandi venivano ricoverati all'«Ospital dei putini» presso l'«Ospedale di San Celso». Questo nosocomio accoglieva anche bambini ammalati. Dal 1528 iniziò ad assistere anche i bambini di età inferiore all'anno. La «Ruota» fu istituita presso l'«Ospedale di San Celso» fra il 1605 e il 1621.
Nel 1671 l'«Ospedale di San Celso» fu soppresso, pertanto la maternità e il brefotrofio furono accolti in due distinti padiglioni dell'«Ospedale maggiore». Gli illegittimi vennero accolti nel «quarto delle balie» preso l'«Ospedale maggiore Ca' Granda» mentre i bambini ammalati furono ricoverati nei reparti di medicina.
Nel 1780 l'ex convento di «Santa Caterina alla ruota» fu trasformato in succursale dell'ospedale e destinato al ricovero delle partorienti e degli illegittimi . Il 1° gennaio 1781 sia la maternità sia il brefotrofio si trasferirono nel convento di «Santa Caterina alla ruota», per questo l'«Ospizio dei trovatelli» di Milano veniva chiamato: «Pia Casa di Santa Caterina». Nel 1841 fu nominato direttore Andrea Buffini. La «Pia Casa» ogni anno assisteva più di 10.000 bambini e doveva provvedere all'allattamento di circa 5.000 nuovi bambini (nel 1865 furono 5.876). La mortalità infantile, cioè entro il 1° anno di vita era superiore al 50%. Dopo l'Unità in tutta la provincia c'era attivo solo questo brefotrofio che aveva assunto il nome di «Ospizio provinciale degli esposti e delle partorienti»: la direzione era passata a Romolo Griffini. Il 1° luglio 1868 fu abolita la «Ruota»: Milano e Como furono, dopo Ferrara, le prime province a sopprimerla. Restò in funzione sino alla fine dell'Ottocento.
Nel 1880 fu fondata una «Società italiana per la protezione dei fanciulli». Fra gli scopi quello della sorveglianza e assistenza delle nutrici e dei bambini abbandonati e maltrattati.
Nel 1884 l'Ordine dei Cavalieri di Malta, che avevano fondato a Roma l'«Ospedale del Bambino Gesù», creò a Milano un piccolo ospedale che si chiamò «Ospedale dei bambini»: aveva la sede in via Quadrello 25. Inaugurato nel 1886. Disponeva di 12 posti letto, in seguito aumentati a 14: erano riservati a bambini maschi dai 2 agli 8 anni. La direzione e il primariato di medicina furono affidati a Raimondo Guaita (1852-1913) che disponeva di un aiuto e due assistenti, mentre il primario chirurgo, Egidio Secchi, aveva due aiuti e due assistenti. L'organico dell'ospedale comprendeva anche un medico ispettore e due assistenti volontari. Poteva essere richiesta la consulenza di specialisti esterni per la radiologia, neurologia, otorinolaringoiatria, ortopedia, dermatologia, neurologia e oculistica.
Il 6 giugno 1899 ci fu l'inaugurazione della sede provvisoria nei locali della «Congregazione di carità» in via San Vincenzo 25; mentre il 9 dicembre 1906 fu aperta la nuova sede in via Castelvetro 32. Dal 16 giugno 1899 al 31 dicembre 1907 furono ricoverati 2838 bambini: 1731 nel reparto di medicina e 1107 in quello di chirurgia. Furono curati in ambulatorio 15.826 bambini: 11.000 nell'ambulatorio medico, 4.826 in quello chirurgico. Nello stesso tempo si valutò l'impatto economico dell'assistenza pediatrica dell'«Ospedale dei bambini». Nella seduta del consiglio direttivo del 5 dicembre 1907 fu rilevato che i pazienti ricoverati nel reparto di chirurgia presentavano un costo triplo rispetto a quello per l'assistenza dei bambini nel reparto di medicina. Si propose di ridurre i posti letto da 30 a 10 oppure di limitare il bacino di utenza accogliendo solo i pazienti provenienti dalla città di Milano. Nel frattempo i posti letto del reparto di medicina erano stati aumentati da 40 a 60, sempre affidati alla direzione del primario Guaita. Il Guaita, che era direttore dell'Ospedale cercava d'incrementare i posti letto del reparto di medicina a scapito di quelli della chirurgia.Il contrasto del Guaita con il primario chirurgo Cesare Zappa raggiunse toni molti intensi determinati dal carattere irruento del Guaita e della violenta reazione dello Zappa. L'obiettivo del Guaita era quello di creare all'interno dell'ospedale la clinica pediatrica universitaria a cui assegnare una sala dell'ospedale o un reparto appositamente costruito.
Nel 1904 furono inaugurati due padiglioni in via Commenda grazie alla donazione di Luigia Andina Beretta in ricordo del figlio Paolo morto prematuramente. Il padiglione chirurgico venne inaugurato nel gennaio 1904, quello medico il 16 marzo dello stesso anno.
Luigi Mangiagalli (1849-1928) nel 1906 fondò a Milano gli «Istituti clinici di perfezionamento» che univano finalità assistenziali e didattiche. L'intendimento del Guaita era di affidare la direzione universitaria a un docente, mantenendo personalmente la direzione dell'ospedale che così avrebbe acquisito di prestigio. La speranza era forse anche di assumere lui stesso le funzioni di docente universitario. In un primo tempo si era unito, in questo progetto, al Mangiagalli che però aveva un diverso progetto, quello di chiamare un illustre clinico con un consolidato curriculum universitario. Il Mangiagalli aveva individuato e invitato l'ordinario di pediatria dell'Università di Padova, Vitale Tedeschi (1854-1919). Il Guaita si rese conto che l'arrivo del Tedeschi l'avrebbe privato del ruolo dirigenziale dell'ospedale, perciò si oppose all'avanzamento del progetto. I membri del consiglio di amministrazione dell'ospedale sostenevano il Guaita sia per il prestigio che aveva acquisito in città, infatti i milanesi identificavano il Guaita con l' "ospedalet", sia perché temevano un notevole onere economico dovendo pagare metà dello stipendio del professore universitario e i costi del personale non medico della clinica. Tale contrasto fece tramontare l'idea di affidare al Tedeschi l'incarico universitario e per questo il Mangiagalli si dimise da consigliere dell'ospedale, mentre il 6 giugno 1910 il Guaita si dimise da direttore-primario medico. Il posto, messo a concorso, fu vinto da Cesare Cattaneo (1871-1930) che fu preferito ad altri 14 concorrenti fra i quali Scipione Riva Rocci(1863-1937). Il 12 marzo 1911 Cesare Cattaneo fu nominato direttore medico. Nel 1912 Vittorio Emanuele III inaugurò il nuovo brefotrofio.
Nel settembre 1913 il Tedeschi ancora sperava di ottenere la cattedra di Milano, infatti propose di tenere proprio a Milano il IX Congresso nazionale di pediatria. Per la storia della pediatria milanese sono da segnalare ancora. Nel 1906 la «Congregazione di Carità» costituì cinque Ispettorati di Baliatico. Nel 1909 promossa dall'«Associazione per la difesa igienica della prima infanzia», fu inaugurata la scuola per bambinaie.
Presso l'«Ospedale maggiore» già dalla fine dell'Ottocento il primario medico Camillo Hajech aveva organizzato varie forme di assistenza pediatrica nel suo ospedale. L'Hajech fu socio fondatore della SIP di cui ne fu il primo Economo-cassiere e lo restò ininterrottamente fino al 1920, quando si dimise per ragioni di salute e fu sostituito da Sebastiano Cannata (1879-1939). L'Hajech si oppose alla fondazione del brefotrofio creando una rivalità fra le varie strutture pediatriche milanesi che si sarebbe riscontrata anche nei decenni successivi.
Nel 1836 furono creati asili aportiani anche a Milano, nella parrocchia di «Santa Maria segreta» accoglieva 70 bambini. Alla fine dell'anno a Milano c'erano gli asili di «Santa Maria segreta», «San Francesco di Paola» e «San Celso».
A Milano, nel 1850, fu realizzato il primo «ricovero» per lattanti: fu il primo in Italia e in seguito fu realizzato anche in altre città.
I bambini venivano accolti, dal mattino alla sera, bambini di età compresa fra 1 mese e 3 anni, figli di madri lavoratrici. Il numero era insufficiente: in Francia (venivano chiamate Creches) ne esistevano più di 200, mentre in Italia, nel 1885, erano solo 21.
A Milano, città già fortemente industrializzata, più del 40% dei nati da famiglie povere era affidato a
balie contadine. Il bambino veniva consegnato alle balie già pochi giorni dopo la nascita e vi restava per 10-12 mesi.
A Milano, venivano preferibilmente scelte balie provenienti dalla Brianza, che erano ritenute le migliori.
Nel 1884 a Milano fu istituita la «Provvidenza baliatica» per controllare lo stato di salute delle balie,
e che fossero idonee all'allattamento. Veniva assicurata inoltre una sorveglianza medica alle balie e ai bambini loro affidati. In seguito questa istituzione fu gestita dalla «Congregazione di carità» che realizzò un «Ispettorato baliatico».
Nel 1914 l'ispettorato divenne pubblico perché passò all'amministrazione comunale, mentre la
gestione fu affidata all'«Ospedale dei bambini».
Raimondo Guaita: la biografia
Raimondo Guaita nacque a Como il 6 febbraio 1852 da Giuseppe e Maria Tettamandi. Apparteneva a una famiglia della colta borghesia di Como. Si laureò in medicina presso l'Università di Bologna nel 1876 e per due anni si formò a Berlino e a Parigi. Cercò di diffondere nella popolazione, in particolare tra le madri, le indispensabili nozioni di puericultura e igiene, strumenti indispensabili per la prevenzione. Realizzò varie pubblicazioni destinate ai genitori. Fu tra i soci fondatori della SIP. Abitava a Milano il Via Meravigli 16. Morì il 29 marzo 1913. Carlo Comba, presidente della SIP, durante l'VIII congresso pediatrico italiano che si tenne a Bologna nel 1913 lo commemorò dicendo: «… il prof. Raimondo Guaita, il cui nome rimane legato all'Ospedale dei bambini, per la fondazione del quale egli prodigò la sua migliore attività».
Istituti per rachitici
Negli anni Settanta dell'Ottocento a Milano e a Torino vennero fondati due istituti per rachitici. L'ospizio di Milano fu fondato da Gaetano Pini, primo segretario della Società italiana d'igiene, in seguito sorsero a Genova (fondato da Emanuele Celesta), Palermo, Mantova, Cremona e Verona. Fra tutti il più efficiente restò quello di Milano portato a esempio di efficienza e organizzazione. Il 1° gennaio 1875 fu inaugurato quello in via Sant'Andrea, il primo «asilo atto ad accogliere per alcune ore del giorno i figli del popolo e della miseria maggiormente colpiti da rachitide». Accanto all'asilo il medico Pietro Panzeri creò un ambulatorio ortopedico e in caso di necessità di trattamenti chirurgici faceva ricoverare i bambini all'«Ospedale maggiore». Il 30 ottobre 1881 fu creato il primo Istituto per rachitici che si trovava in Via San Calimero.
Università:
Milano: 1915
Il fondatore della pediatria universitaria milanese fu Cesare Cattaneo (1871-1930). Prima di allora esistevano gli "Istituti clinici di perfezionamento" che erano diretti da un prestigioso ostetrico, Luigi Mangiagalli (1849-1928), senatore del Regno e in seguito fondatore dell'Università di Milano, infatti per tradizione secolare a Milano l'insegnamento della medicina veniva delegato all'Università di Pavia.
Nel 1915 al Cattaneo fu affidato l’incarico dell’insegnamento della clinica pediatrica presso gli «Istituti clinici di perfezionamento» di Milano. Divenne ordinario nel 1926.
Il periodo milanese del Cattaneo fu caratterizzato da un’intensa attività organizzativa e di ricerca nel campo della tubercolosi, infatti la sua clinica divenne un centro diagnostico di riferimento per l’«Opera antitubercolare infantile».
Nel frattempo Adelina De Marchi aveva offerto i mezzi economici necessari perché il disegno di Luigi Mangiagalli di creare in Milano una clinica pediatrica potesse essere realizzata. Così, il 28 novembre 1915, venne inaugurato l'istituto pediatrico che fu dedicato alla memoria dei genitori di Adelina De Marchi, Giuditta e Demetrio De Marchi.
Monza:
Nel 1911 fu aperto un Ospedale infantile sovvenzionato dalla famiglia Bergomi.
Pavia:
Nel 1479 fu fondato il «Pio luogo degli esposti». Nel 1778 l'amministrazione passò allo «Spedale San Matteo» e nel 1795 il «Pio luogo degli esposti» fu trasferito in un edificio attiguo a quello dell'ospedale. Dopo l'Unità, oltre al brefotrofio del capoluogo ce n'erano altri presenti nella provincia. Nel 1921 la direzione del brefotrofio fu affidata al direttore della clinica pediatrica. A Vigevano Il brefotrofio fu istituito nel 1819. L'assistenza era garantita da un'ostetrica e il direttore medico visitava una volta la settimana i bambini ricoverati. Nel 1911, anno in cui fu costruito il nuovo ospedale, il brefotrofio fu aggregato alla «Sala di maternità» e l'assistenza affidata agli ostetrici. Nel 1925 il brefotrofio fu collocato in un padiglione isolato e l'assistenza affidata al primario medico e solo nel 1930 la direzione affidata a un pediatra. A Rivanazzano Terme (PV) c'era un ospizio marino che ospitava bambini provenienti da Milano.
Università:
Pavia 1909
Dall'anno scolastico 1909-1910 Scipione Riva Rocci (1863-1937) tenne un corso di pediatria. Con l'inizio dell'anno scolastico 1913-1914 fu costituito un reparto di clinica pediatrica dotato di un laboratorio, un assistente volontario, Longo Samario, e un'infermiera. Il Riva Ricci si era laureato nel 1888 presso l'Università di Torino. In seguito fu assistente della clinica medica diretta da Carlo Forlanini (1847-1918). Nel 1896 inventò un nuovo sfigmomanometro che fu associato al suo nome. Nel 1898 seguì il Forlanini all'Università di Pavia. Nel 1900 divenne primario medico e direttore dell'ospedale di Varese. Dal 1909 al 1921 fu incaricato dell'insegnamento della clinica pediatrica. Nel 1910 concorse per il posto di direttore dell'«Ospedale dei bambini» di Milano, ma gli fu preferito Cesare Cattaneo (1871-1930). Il Riva Rocci si iscrisse alla SIP nel 1911, ma nel 1922 fu radiato per morosità e il disinteresse verso la pediatria va probabilmente ricercato nella delusione per non aver ottenuto la cattedra.
Nel 1921 il Riva Rocci fu sostituito nell'insegnamento da Luigi Martino Spolverini (1873-1965), allievo di Luigi Concetti, che restò a Pavia fino al 1928.
Sondrio:
Fino al 30 giugno 1868 i bambini della provincia venivano portati al brefotrofio di Como, ma quando in tale data fu abolita la «Ruota», fu istituita a Sondrio una succursale del brefotrofio di Milano ove i bambini soggiornavano temporaneamente, prima di essere trasferiti nel capoluogo lombardo, ma, quando era possibile, venivano affidati a balie locali.