Avellino:
Nel 1894 l'amministrazione comunale abolì la «Ruota» che si trovava in un palazzo di Via Seminario e istituì il «Brefotrofio Luigi Amabile» la cui direzione sanitaria fu affidata a Vito de Joanna. La mortalità restò elevatissima, intono all'80%. Nel novembre 1912 la gestione del brefotrofio passò all'amministrazione provinciale assumendo il nome di «Casa di recezione», ma, a causa dell'insufficiente controllo sulle balie, si verificò un elevato numero di casi di sifilide, per cui il brefotrofio fu chiuso e fu costruito un nuovo edificio con annessa sala di maternità. La direzione fu affidata a un pediatra, Giovanni Carbone, che si occupò in particolare di igiene e prevenzione. Scrisse: Precetti d'igiene ed alimentazione dei bambini (Napoli 1913) e, destinato ai maestri, Catechismo d'igiene elementare (Avellino 1915), costituito da una serie di domande e risposte raccolte in capitoli tematici.
Caserta:
Dopo l'Unità l'assistenza agli illegittimi veniva garantita in ogni comune, non attraverso il ricovero nei brefotrofi, ma affidandoli a balie. La gestione era affidata all'amministrazione comunale, mentre l'onere finanziario era a carico dell'amministrazione provinciale.
- Aversa (CE): Il brefotrofio di Aversa fu fondato nel XIV secolo ed era annesso all'ospedale della «Real Casa Santa dell'Annunziata». Il brefotrofio accolse 470 esposti nel 1623 e circa 2.000 nel 1797. Un Decreto reale del 27 agosto 1857 di Ferdinando II di Borbone (1810-1859), re delle due Sicilie, lo elevò a «Regio padronato». Il brefotrofio aveva per statuto il compito di assistere oltre ai bambini illegittimi anche i legittimi e i naturali riconosciuti, pertanto erano previste già funzioni e prestazioni di tipo ospedaliero. La «Ruota» fu abolita il 12 febbraio 1881.
- Capua (CE): L'11 novembre 1905 Ernesto Cacace (1872-1956) inaugurò il primo Istituto nipioigienico con le prime Visitatrici dell'infanzia; nel 1906 creò la Cattedra ambulante di igiene infantile e la Stazione ambulante di igiene antimalarica.
Napoli:
All'inizio del Trecento i membri di una «Fratria», appartenente alla chiesa della Vergine dell'Annunziata, decisero di istituire un ospedale per l'assistenza dei bambini abbandonati. La decisione fu presa in seguito al ritrovamento di un bambino abbandonato nella soglia della chiesa.
«Real Casa Santa dell'Annunziata»
A metà del Trecento furono costruiti nuovi locali e l'istituzione prese il nome di «Santa Casa dell'Annunziata» (vedi figg. III.44-III.45). Nella seconda metà dell'Ottocento l'«Annunziata», che era l'unico brefotrofio della provincia, ebbe un notevole sviluppo sia per la creazione del reparto «Maternità» sia per l'istituzione dell'insegnamento della pediatria, infatti il 23 marzo 1874 fu inaugurata la prima «Clinica delle malattie dei bambini» del Regno d'Italia. La direzione della clinica e l'incarico dell'insegnamento fu affidato a Luigi Somma (1836-1884). Il 27 giugno 1875 fu chiusa la «Ruota». Napoli fu, insieme a Cosenza e Sassari, la prima provincia dell'Italia meridionale e insulare ad abolire la «Ruota». Il 5 marzo 1883, oltre alla clinica pediatrica vennero istituite tre sezioni, una per divezzi, una di dermatologia e infine una per oculistica. Nel 1887 fu attivato un laboratorio di microscopia. Nel 1915 fu potenziata l'attività assistenziale, istituendo un «Primo centro per le madri e per i bambini» che comprendeva una: «Consultazione per lattanti, madri e bambini in genere; una Goccia di latte; una Refezione per le madri; un Presepe; una Cattedra di puericultura, pediatria, igiene sociale, eugenica; una scuola pratica di maternità; un laboratorio scientifico, un museo di igiene infantile, una biblioteca». Tali attività non ebbero mai una piena attuazione e poi furono progressivamente soppresse. Nel 1880 la duchessa Pieschi Ravaschieri fondò un ospedale chirurgico intitolato alla figlia Lina. All'inizio disponeva di 40 posti letto che alla fine del secolo aumentarono a 80. Chirurgo primario fu Carlo Gallozzi.
Nel 1905 c'era un reparto pediatrico nell'«Ospedale degli incurabili» e un ambulatorio pediatrico nell'«Ospedale della pace».
Nel 1908 furono attivati « i Dispensari per lattanti».
Università:
Napoli 1886 - Il primo insegnamento di pediatria
Il 23 marzo 1874, il consiglio di amministrazione della «Real casa Santa dell’Annunziata» istituì una clinica di malattie dei bambini nelle due sale al primo piano dell’Istituto. Luigi Somma (1836-1884) fu nominato professore di patologia e clinica pediatrica ed ebbe l’incarico
dell’insegnamento «come colui che per specialità di studi, per lavori pregevoli pubblicati sulla materia della patologia infantile e per essere privato insegnante è al caso di sostenere con decoro di questo illustre Stabilimento e con vantaggio pubblico questo ufficio». Il corso libero del Somma prevedeva due lezioni pratiche alla settimana. Pubblicò anche una monografia come testo didattico. L’anno precedente il Somma aveva curato la traduzione del Trattato delle malattie dei bambini di Carl Gerhardt (Napoli 1880).
La cattedra del Somma fu così la prima istituita in Italia dopo l'Unità.
Luigi Somma: la biografia
Luigi Somma nacque a Napoli il 26 ottobre 1836. Si laureò presso l'Università di Napoli nel 1860. Nel 1864 vinse il posto di primario presso il brefotrofio dell'Annunziata, ove il 23 marzo
1874 fu nominato professore di patologia e clinica pediatrica. Il 4 gennaio 1876 conseguì l'abilitazione all'insegnamento libero della patologia medica presso l'Università di Napoli. Il Somma
morì a Napoli durante l’epidemia di colera del 1884 e solo nel 1887 l’insegnamento all'«Annunziata» fu affidato a DavideBorrelli, quando però a Napoli esisteva già l’insegnamento di pediatria presso l’Università affidato a Francesco Fede.
Francesco Fede
Dopo la morte del Somma (1884) e del Levi (1886) la situazione dell'insegnamento della pediatria italiana era disastrosa: a Firenze era stato sospeso e a Padova languiva, solo a Napoli il movimento pediatrico non aveva perso di vigore, infatti alla scomparsa del Somma, l'Università di Napoli affidò, nel 1886, l'insegnamento della clinica pediatrica a Francesco Fede, e un anno più tardi, nel 1887, iniziò a funzionare sia la parte della didattica sia dell'assistenza. Il Fede divenne subito un leader della pediatria italiana. Nel 1890 fu eletto alla Camera dei Deputati e confermato ininterrottamente fino alla morte. Dai banchi del Parlamento portò la voce della pediatria italiana a livello istituzionale riuscendo a ottenere l'attivazione dell'insegnamento e il riconoscimento della pediatria come disciplina autonoma. Il Fede acquisì un tale prestigio e autorevolezza anche in campo politico, infatti si parlò di lui come possibile ministro della pubblica istruzione.
Francesco Fede: la biografia
Francesco Saverio Fede nacque a Petrella Tifernina (oggi provincia di Campobasso) il 16 gennaio 1832 , da Nicolangiolo e da Luisa De Matteis. Nel 1867 il Fede vinse il concorso, per l’esercizio della professione medica, presso l'Ospedale «Santa Maria del popolo degli incurabili», ove in seguito fu nominato professore pareggiato di clinica e patologia speciale medica e direttore della sala per bambini. Nel 1886 ottenne l’incarico di un corso libero di medicina infantile da tenersi nell’Ospedale «Gesù e Maria». Nel 1894 fu nominato professore straordinario di pediatria. Nel 1899 divenne professore ordinario di pediatria. Divenuto preside della facoltà di medicina e chirurgia (anno scolastico 1903-1904) il Fede ottenne il trasferimento della clinica in alcuni ambienti dell’ex chiostro di Sant'Andrea delle Dame, nel piano ammezzato sottostante alla clinica ostetrica. Morì a Napoli il 10 febbraio del 1913. Fu un uomo generoso, con una notevole capacità a instaurare relazioni umane, che cercò di favorire lo sviluppo della pediatria con passione e disinteresse. L'unico allievo che raggiunse la cattedra fu Olimpio Cozzolino (1868-1937).
Nel 1913 alla morte del Fede il consiglio di facoltà affidò per alcuni mesi l'insegnamento della pediatria a Giuseppe Antonio Petrone (1873-1918) aiuto della Clinica Pediatrica di Napoli. Si era laureato nel 1896. Nel 1903 aveva conseguito la libera docenza in clinica pediatrica. Fu uno dei principali collaboratori di Francesco Fede. Condusse ricerche sulle anemie dell'infanzia e realizzò una classificazione delle anemie con splenomegalia. Morì la notte del 22 gennaio 1918. Dopo pochi mesi dalla morte del Fede il consiglio di facoltà, con voto unanime, chiamò Rocco Jemma (1866-1949) a ricoprire la cattedra. Per capire quanto prestigio avesse assunto la cattedra di pediatria di Napoli, basta dire che per trasferirsi lo Jemma lasciò a Palermo una situazione di altissimo livello: una clinica pediatrica inaugurata da 5 anni, mentre quella di Napoli era fatiscente, un gruppo di collaboratori che stavano conducendo ricerche avanzate, frequentava l'esclusivo ambiente sociale che girava intorno ai Florio che raccoglieva imprenditori e aristocratici mondiali. Lo Jemma, arrivando a Napoli, raccolse il "testimone" ideale del primato della pediatria che già era appartenuto al Somma, primo docente di pediatria dell'Italia unitaria, poi passato al Fede "padre" della pediatria italiana. Lo Jemma, che è stato il più grande pediatra italiano, incrementò ulteriormente la centralità e l'importanza della pediatria partenopea, pertanto Napoli è stata la "capitale" della pediatria italiana ininterrottamente per 75 anni più un giorno, dal 23 marzo 1874, giorno in cui Luigi Somma ebbe l'incarico dell'insegnamento e della direzione della clinica delle malattie dei bambini della «Real Casa Santa dell'Annunziata» al 24 marzo 1949, giorno della morte di Rocco Jemma. Nel 1916 fu creato e affidato a Ernesto Cacace l'insegnamento d'Igiene della prima infanzia.
Salerno:
L'ospizio per gli esposti fu fondato nel 1600 vicino alla chiesa dell'Annunziata. Nel brefotrofio venivano praticate anche cure mediche che però cessarono quando nel 1876 il brefotrofio fu trasferito nell'ex convento delle clarisse. Dopo l'Unità ogni comune della provincia disponeva di un brefotrofio gestito e sovvenzionato dall'amministrazione comunale. Nel 1894 venne abolita la «Ruota». Nel 1910 vennero abolite tutte le case di ricezione e di allevamento esistenti nella provincia, in modo da far confluire nel brefotrofio cittadino tutto il movimento demografico degli illegittimi.